Sospette truffe a Mesagne, l’assessore: “Attenzione, abbiamo autorizzato solo una onlus”

MESAGNE – Il fermo di due persone da parte della Polizia Municipale di Mesagne, che chiedevano soldi per una onlus spacciandosi per dipendenti comunali, ha riacceso l’attenzione sulle truffe porta a porta.

In redazione è arrivata una segnalazione: delibera di giunta alla mano, due persone si sarebbero presentate in alcune attività commerciali per chiedere contributi per un progetto approvato dal Comune. “Non ci siamo fidati e non abbiamo acconsentito alle loro richieste”, ci scrivono da un’autofficina di Mesagne, ma le segnalazioni sono diverse.

Richieste di soldi o di poter entrare in casa, fingendosi dipendenti di Enti diversi, persino carabinieri, con tanto di divisa. In molti ieri, a Mesagne, sono stati convinti di essere stati quasi accalappiati nella rete dei presunti truffatori. In alcuni casi però non è stato così.

“Per quanto ci riguarda – dichiara l’assessore Manuel Marchionna, che si occupa di Solidarietà sociale – abbiamo autorizzato solo un’associazione che si occupa di un progetto di mobilità sostenibile chiamato “Mobility Life”: in buona sostanza, l’associazione (che ha sedi a Pesaro e Melzo – Milano) dona un mezzo per il trasporto di anziani e disabili al Comune, di cui non siamo provvisti, chiedendo sul territorio sponsorizzazioni alle attività commerciali del territorio. La consegna del mezzo avviene se ci sono sponsor che, su Mesagne, aderiscono alla loro iniziativa, comprando uno spazio sul loro mezzo. Gli associati si muovono con una delibera di giunta, cui abbiamo dato l’ok dopo esserci informati su quanto era già avvenuto in altre realtà come la nostra in tutta Italia. In provincia di Brindisi, l’ultima ad aver inaugurato un mezzo simile è stata Francavilla Fontana”. In diverse occasioni, l’associazione si è mossa contattando telefonicamente l’attività commerciale per prendere un appuntamento, ma in alcuni casi questo non è accaduto, mettendo sulla difensiva alcuni titolari di esercizi commerciali.

Le attività commerciali che si sono trovate dinanzi a questa scena, quindi, non erano nel mirino di truffatori.

“Dopo quanto accaduto in via San Donaci martedì ci rendiamo conto che si è creata della confusione e del timore. I volontari del progetto Mobility Life chiedono contributi agli esercizi commerciali. Stiamo studiando una soluzione perché non si possano confondere le due situazioni, che sono ben diverse, soprattutto per tutelare i cittadini che vivono con il timore di cadere nella rete di truffatori”.

BrindisiOggi

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