BRINDISI – È andato ben oltre le aspettative lo sciopero territoriale che ha visto impegnati i vigili del fuoco operativi di Brindisi. A causare lo stato di agitazione, i rapporti tra il personale e l’attuale dirigente Michele Angiuli: per i sindacati, il dirigente avrebbe creato, con il proprio operato, “un clima di malumore tra il personale, senza mai affrontare quelli che sono i problemi reali del Comando, legati principalmente al soccorso, alla logistica delle sedi di servizio, agli automezzi, ai problemi legati all’organico insufficiente”.
Questa mattina (15 febbraio) nel piazzale esterno al COmando Provinciale dei vigili del fuoco, si è registrata una percentuale altissima di adesioni per lo sciopero, il primo causato da rapporti difficili tra dirigente e personale operativo, che lavora sul campo in caso di soccorsi tra Brindisi, Ostuni, Francavilla Fontana e porto. Ben 63 vigili del fuoco impiegati su Brindisi, da cui vanno sottratti 19 unità non presenti tra malattia e ferie, ben 34 su 44 hanno aderito allo sciopero: un numero considerevole, se si pensa che il corpo aveva aderito, sino ad ora, solo a scioperi di carattere nazionale.
Lo stato di agitazione, indetto dalle organizzazioni sindacali territoriali dei vigili del fuoco Cisl, Uil, Usb e Conapo che rappresentano la maggioranza dei vigili del fuoco del Comando Provinciale di Brindisi, ha visto anche la partecipazione di altri 120 vigili, liberi dal servizio e che hanno voluto sostenere i propri colleghi nella loro battaglia.
“La situazione creata dal dirigente provinciale, attraverso l’applicazione illogica ed inefficace di norme – scrivono in una nota i sindacati – ha sortito l’unico negativo risultato di creare una situazione di grave disagio tra il personale, che impedisce di lavorare con la necessaria serenità”.
Un clima che, per i sindacati, “in considerazione dei delicati compiti istituzionali da assolvere non può permanere oltre, perché le conseguenze si ripercuotono negativamente, sia sull’efficacia dell’azione di soccorso giornaliera sia sul livello di sicurezza del personale”.
Durante lo sciopero di questa mattina, le sigle sindacali si sono rivolte al prefetto di Brindisi, in un incontro con la delegazione sindacale in rappresentanza del personale, per chiedere un immediato ed efficace intervento affinché si possano adottare le necessarie misure istituzionali.
Foto e video di Gianni Di Campi
BrindisiOggi
I problemi esistono in tutte le pubbliche amministrazioni, ma di certo non sono risolvibili da parte di nessun dirigente preposto. I tagli economici indiscriminati si ripercuotono sempre sui lavoratori che si trovano ad operare….ma questo non riguarda solo i vigili del fuoco ma un po tutti e a tutti i livelli e la risposta dovrebbe venire dalla politica.
Il concetto del dirigente quale buon padre di famiglia è un po’ distante dalla concezione che si ha oggi del buon dirigente che oltre che essere un burocrate deve garantire trasparenza, legalità, dell’azione amministrativa e tali risultati si raggiungono anche attraverso l’adozione di provvedimenti per così dire poco condivisi dai soggetti interessati. Usare i problemi seri a supporto di uno sciopero fatto prevalentemente per fatti interni indesiderati sembra riduttivo e fuorviante all’opinione pubblica.
Non voleva essere né un commento frettoloso, né tanto meno offensivo nei confronti di nessuno anche se devo dire che leggendo le notizie di oggi la massiccia partecipazione è stata smentita.
Forse al giorno d’oggi si dovrebbe imparare a ringraziare Dio di avere un lavoro, imparare a rispettare il lavoro come servizio da svolgere prima per la propria dignità poi per quella degli altri e concentrarsi sui problemi seri da portare avanti a livello nazionale senza fossilizzarsi su questa o quella sedia quasi si avesse un diritto acquisito.
Logistica, automezzi, carenza di organico, soppressione nucleo sommozzatori…..sono problemi che può risolvere solo il Ministero e non qualunque Dirigente e non ci sono solo a Brindisi ma sono nazionali. Portate avanti questi a livello nazionale….che sono problemi seri….e non l’applicazione di norme e provvedimenti interni perché adottati da questo o quel Dirigente.
Caro Francesco,
i problemi legati alla logistica, gli automezzi, le carenze di organico e la soppressione del nucleo sommozzatori sono problemi che può risolvere il Ministero ma devono necessariamente avallati e sollecitati dai Dirigenti, unici conoscitori profondi della realtà territoriale locale (almeno a livello teorico). In altre realtà nazionali le questioni locali sono perorate sia dalla politica sia dalla base mentre nel caso di Brindisi è stato lo stesso dirigente a sollecitare i provvedimenti per la chiusura ad esempio del nucleo sommozzatori.
Chi dovrebbe far notare che sul territorio esistono almeno 7 industrie con rischio di incidente rilevante?
Nella recente modifica delle dotazioni organiche nazionale questo elemento non è stato preso in nessuna considerazione. L’applicazione di norme e provvedimenti interni deve in ogni caso essere rispettoso della dignità delle persone che ogni giorno, 24 ore su 24, sono chiamate a prestare soccorso sicuramente spinte dal senso del dovere e dalla professionalità che li contraddistingue, non certo da gratificazioni economiche mancanti. La sicurezza degli operatori è ogni giorno affidata ad un parco automezzi che ha un’età media sconcertante. La logistica di molte delle sedi di servizio è vergognosa e mancante dei requisiti minimi essenziali. Quello che si è voluto denunciare è la totale assenza del “principio del buon padre di famiglia” dall’attuale dirigente che, di contro, alla base non sembra neanche un Vigile del Fuoco ma un burocrate lontano mille miglia dai problemi della sua famiglia. Non ti sembra comunque di offendere la massiccia partecipazione di tutti i lavoratori che hanno aderito allo sciopero? Forse prima di esprimere un frettoloso commento dovresti conoscere i problemi di fondo che hanno spinto tanta gente a manifestare….