INTERVENTO/ Dai ricordi sorti a seguito alle polemiche sullo smontaggio del faro di forte a mare, il castello Alfonzino, sul danno della distruzione di pezzi di storia della nostra città, ci siamo dimenticati del monumento ai caduti eretto al centro del parco della rimembranza, probabilmente perché non distrutto, ma venduto per 70.000 lire alla città di Erchie.
Il monumento faceva bella mostra tra i 300 alberi eretti in quello che allora era il più grande parco cittadino. Fu inagurato il 9 novembre 1925, dal podestà Serafino Giannelli a ricordo degli Eroi brindisini caduti in guerra.
Come ricorda l’articolo “Colpi di piccone”, apparso su “Il Cittadino del 20 luglio 1952, ogni albero del Parco della Rimembranza ” aveva un nome – non quello botanico – ma il nome di un Eroe caduto in guerra.
Le mamme, le spose andavano a visitare quel “simbolo” vi portavano fiiori curavano e accarezzavano quelle piante come se fossero i loro cari. Era per esse un gran conforto.
Ma un giorno, quelle mamme, quelle spose tornando a rivedere i loro “Cari” notarono un grande disordine ed arrivati davanti al loro albero non vi trovarono la fascetta di bronzo con inciso il nome”.
Era successo che la sera del 20 luglio 1952, il Consiglio Comunale presieduto dal sindaco Francesco Lazzaro, deliberò la distruzione del Parco della Rimembranza,
Era sorta la necessità della ricerca di tutti gli spazi disponibili per la costruzione di grandi edifici ed a “colpi di piccone”, iniziava l’opera di demolizione protesa a privare Brindisi di quelle ville, giardini, parchi, palazzi e monumenti che ne narravano la storia.
Oggi gran parte degli edifici sorti nella zona del Parco della Rimembranza sono in disuso.
Sarebbe un grande passo in avanti se i brindisini, pittosto di lagnarsi in modo sterile e inproduttivo su ciò che si è perso, iniziassero a spingere per una progettazione urbanistica tesa a riconquistare pezzi di storia, di civiltà e di identità
Aldo Indini – Cultore di storia locale
Concordo pienamante..
Quanto , purtroppo, accaduto a Brindisi negli anni dell’immediato dopoguerra, è avvenuto in TUTTE le città del Sud ed in tantissime in Italia. Con la scusa di costruire, ri-costruire, soddisfare la fame di alloggi, le amministrazioni locali , formate senza soluzione di continuità da masnade di DELINQUENTI, INCOMPETENTI e FARABUTTI iniziarono la sistematica distruzione della storia dei nostri centri abitati e soffocarono il territorio sotto milioni di tonnellate di cemento, stilando ed usando i piani urbanistici come vere e proprie rapine generalizzate tese ad arricchire i soliti “amici degli amici”, cioè le mafie e le camorre legate alla POLITICA.Tale prassi, inutile dirlo, continua ancora oggi con la solita sfrontatezza e tracotanza da mafioncelli.Hanno distrutto una parte del ricordo di un popolo e la sua storia, il tutto con l’avallo dei grandi partiti politici, al fine di ottenere consenso e scambio da parte di un popolo che , si, ha perso tanta storia, ma anche tutta la dignità di essere tale.
Ovviamente sono due monumenti diversi. Quello posto a Brindisi nel parco delle rimembranze fu ritenuto inadeguato per celebrare i caduti della Grande Guerra. Lo comprò il comune di Erchie e ne fu commissionato un altro al concittadino Edgardo Simone che realizzò il monumento che ora campeggia su piazza Santa Teresa.
Alfonzino??? Direi Alfonsino
Quello di erchie e’ diverso. È’ una donna che tiene con le braccia alzate una corona di alloro
ii monumento in fotografia non è quello di erchie
E’ quello di Brindisi…..poi venduto ad Erchie
Concordo pienamente , le radici la storia della nostra terra vanno preservate per far si che i giovani sappino da dove incominciare il loro cammino …