BRINDISI- La gestione dei rifiuti a Brindisi sarebbe sempre stata poco chiara per Legambiente.
Troppi buchi neri per Legambiente Circolo Tonino Di Giulio che oggi apre ad una serie di interrogativi.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta a firma di Legambiente Circolo Tonino Di Giulio:
“È da molti mesi che Legambiente segnala i tanti buchi neri nella gestione del ciclo dei rifiuti.
La Città di Brindisi, che avrebbe dovuto essere all’avanguardia per la presenza di impianti che garantiscono la corretta gestione del ciclo dei rifiuti, si è ritrovata a dover affrontare emergenze continue legate alla inadeguatezza di quegli impianti, alle inefficienze della gestione degli stessi, dei servizi di raccolta e conferimento ed ad atti d’imperio che hanno disposto lo smaltimento dei rifiuti, anche da un ambito ben più vasto di quello di riferimento e perfino da altre provincie, sia nella discarica di Autigno che in quella, più famosa per in molti rapporti sulle ecomafie, di Formica.
Si sa che l’emergenza giustifica procedure d’urgenza, in deroga o perfino in violazione di disposizioni di legge, controlli discutibili ed un uso “allegro” del denaro pubblico: i rifiuti puzzano, ma “pecunia non oleat”!.
Quante volte in oltre trenta anni, ricevendo anche minacce ed avvertimenti, Legambiente ha denunciato l’affaire rifiuti!
I fatti di questi giorni hanno portato a provvedimenti giudiziari, alla chiusura della discarica di contrada Formica, alla emissione di provvedimenti relativi alla idoneità delle attività di “Ecologica Pugliese” ed alla gestione della trasferenza dei rifiuti nell’area industriale di Brindisi; ciò dimostra il fallimento della gestione del ciclo dei rifiuti.
Nel mentre si preannuncia la presentazione in una iniziativa pubblica di un’articolata memoria, è necessario sottolineare che la nuova emergenza era assolutamente annunciata (compresa la minaccia di Ecologica Pugliese di interrompere la raccolta e, quindi, un interruzione pubblico servizio.
In questa sede Legambiente si limita a fare domande che sono in gran parte retoriche:
- Perché non si è mai intervenuti per eliminare i vizi strutturali della discarica di contrada Autigno, di proprietà del comune di Brindisi, visto che sin dal 2001 è stato rilevato l’inquinamento della falda?
- Perché non si è eliminato lo sversamento in falda dopo gli accordi istituzionali intercorsi e prima del sequestro?
- In tale situazione come si è potuto autorizzare lo smaltimento di rifiuti provenienti da altri territori?
- Come si pensa di poter avviare la bonifica visto che la Regione Puglia ha stanziato soltanto 1,5 milioni di euro in totale per la Puglia, mentre per la sola discarica di Autigno occorrono 10 milioni?
- Perché, ci si è “ostinati” a legittimare l’esercizio della discarica di contrada Formica, malgrado i rilievi tecnici ed amministrativi da tempo formalizzati (ed oggetto del nuovo provvedimento di chiusura della Provincia), arrivando perfino a disporre con provvedimento del Commissario dell’OGA, lo smaltimento di rifiuti non bio-stabilizzati?
- Come mai si è dato corso all’appalto per la gestione di impianti palesemente, tecnicamente e giuridicamente non rispondenti ai requisiti di legge e quali verifiche interne alle istituzioni, hanno sorretto prima, in corso, e dopo, l’assegnazione dell’appalto?
- Perché, malgrado i finanziamenti pubblici ricevuti, non si è mai reso operativo l’impianto di compostaggio?
- Perché non è stata effettuata dall’Amm.ne Comunale la caratterizazione dell’area dell’impianto di bio-stabilizzazione e produzione di CSS (combustibile solido secondario) e non si è proceduto al “revampimg” prima dell’affidamento in gestione è invece si è consentita la lievitazione dei costi per l’erario pubblico ed i cittadini, fino alle previsioni relative a quanto costerebbe il servizio anche sotto la gestione Amiu?
- Perché in condizioni di transizione verso l’appalto per l’intero ambito territoriale, il comune di Brindisi ha deciso di rescindere il contratto con Monteco (che aveva raggiunto nel mese di ottobre 2014 oltre il 37% di raccolta differenziata) per stipularne uno provvisorio con Ecologica Pugliese, con l’effetto di vedere crollare di oltre 10 punti la percentuale di raccolta differenziata?
- E come mai Ecologica Pugliese, a quel che sembra, non ha partecipato alla gara indetta per l’ARO?
È vero: molte domande sono retoriche, ma Legambiente si augura che ci siano risposte ed atti nell’interesse dei cittadini, inquinati e vessati, senza lasciare che sia, ancora una volta, la Magistratura a chiarire con provvedimenti giudiziari”.
BrindisiOggi
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