BRINDISI – Passione, dedizione e professionalità, infatti, descrivono perfettamente i primi 29 anni di Marco Esposito, brindisino di nascita ma milanese di adozione. Un diploma in Elettronica e Telecomunicazioni acquisito presso il prestigioso istituto “Giorgi” di Brindisi cui ha fatto seguito una Laurea in Scienze Motorie e dello Sport all’Università Cattolica di Milano. Una base didattica che gli ha poi consentito di conquistare i Palasport d’Italia e internazionali nelle vesti di allenatore delle giovanili prima e in quelle di assistente in serie A e della Nazionale italiana di Basket poi. Un percorso che il coach Esposito ci sintetizza in una intervista esclusiva all’ombra del Monumento al Marinaio d’Italia, simbolo per eccellenza del capoluogo salentino nel quale “Marco” attualmente svolge il ruolo di assistente allenatore dell’Enel Brindisi che milita in serie A.
“Avevo 9 anni quando mio fratello maggiore Daniele mi portò per la prima volta al Palazzetto ad assistere ad una partita di play off”. Inizia così Marco Esposito, classe 1987, a raccontare la storia del suo amore per il basket, un amore che lo ha portato a soli 28 anni a diventare secondo allenatore di una delle più titolate squadre di serie A. Una stella destinata a non spegnersi che muove i primi passi come appassionato prima e sportivo poi, ignaro della strada tutta in salita che avrebbe percorso.
“Quando ho iniziato le scuole superiori vivevo il basket ancora da atleta e non avevo idea che nella vita avrei voluto fare l’allenatore”. Si diploma, infatti, all’ITT Giorgi di Brindisi che “nonostante fosse un indirizzo completamente diverso dalla strada che ho poi intrapreso – racconta Marco – è stata una scelta che mi ha aiutato moltissimo perché in quegli anni ho compreso, grazie all’eccellente metodo di studio impartitomi, come affrontare lo studio con praticità, cosa che mi è stata poi molto utile all’Università”. Vola poi a Milano dove inizia gli studi in Scienze Motorie e dello Sport alla Cattolica, allora unica sede italiana a svolgere un piano formativo così completo. “Lì uno dei miei allenatori universitari mi chiese di iniziare a fare dei corsi di minibasket. Contro il parere di tutti ho seguito il mio istinto ed ho fatto richiesta all’Olimpia Milano per smarcare le ore pratiche che il mio corso di studi richiedeva, così ho iniziato ad allenare il settore giovanile”. Un percorso professionale che ha poi continuato nel post Laurea attraverso uno specifico incarico in seno alla Società.
Da quel momento in poi i successi arrivano da sé. Nel 2009 viene affiancato a Mario Fioretti, assistente allenatore della titolatissima “Armani Jeans” in serie A e della Nazionale Italiana. Dal 2013 al 2015 fa parte dello staff tecnico della Nazionale Italiana per l’Eurobasket in Slovenia e a Berlino, poi arriva il ritorno a casa come assistente allenatore dell’Enel Brindisi. “Molti pensano – dice – che per me lavorare per la New Basket Brindisi sia stato un ritorno a casa. Sicuramente è gratificante lavorare nel palazzetto che ha visto nascere il mio amore per questo sport ma per me è stata una scelta puramente lavorativa. All’inizio non è stato facile, dopo nove anni a Milano, riabituarsi ai ritmi e ai meccanismi di una piccola cittadina come quella di Brindisi ma, a livello lavorativo, i risultati sono tanti”.
Se professionalmente i successi sono tanti, però, non è certo merito della fortuna. Anni di sacrifici e di duro lavoro hanno caratterizzano la sua vita offrendo spesso solo rinunce. “Essere arrivato così giovane a questi traguardi importanti è strano e contraddittorio. Da una parte sono incredulo nel sapermi al posto di chi, 15 anni fa, guardavo sognante in televisione. Dall’altra mi sembra tutto naturale pensando a tutto quello che ho sacrificato per arrivare qui. La strada non è stata semplice, vivere e lavorare a Milano mi hanno impegnato al 200% e ho dovuto sacrificare spesso amicizie e affetti. Però, anche se con qualche irrilevante aggiustamento, rifarei tutto il percorso che ho intrapreso”.
E se la strada per arrivare fin qui è stata faticosa e fulminea, la certezza è che di Marco Esposito il mondo del basket potrà vantarsi ancora per molto. Il futuro? “Sicuramente crescere di grado, poi mi piacerebbe fare qualche esperienza all’estero ed ovviamente il sogno di tutti gli allenatori … gli States”.
Marika Del Zotti
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