BRINDISI – Lepa e Legambiente non hanno atteso un attimo e dopo una riunione nel pomeriggio hanno presentato poche decine di minuti fa un esposto in Procura affinché le autorità competenti verifichino se ci siano o meno gli estremi di reato nella gestione del canile comunale di Torchiarolo ‘Rinalda’ balzato ai disonori della cronaca con un video choc in cui si raccontano scene raccapriccianti.
Dalle immagini, che parlano da sole, postate su Youtube (video) e nell’articolo di stampa pubblicato oggi dal quotidiano locale Senzacolonne si evincono condizioni igienico-sanitarie da far accapponare la pelle. Fango e sporcizia e cani ridotti alla fame e allo stress al punto tale da sbranarsi a vicenda e diventare estremamente pericolosi per gli operatori che gli ‘accudiscono’. Carcasse di alcuni di loro che hanno avuto la peggio lasciate per terra o rinchiuse in celle frigorifere per essere poi tagliate a pezzi, si racconta.
”Al di là dei proclami e di polemiche la cosa migliore ora per il bene degli animali e di chi vi lavora è agire. E noi e Legambiente abbiamo ritenuto che la cosa più utile e urgente è sollecitare le autorità a intervenire: innanzi tutto per verificare effettivamente cosa accade o è accaduto in questo canile e poi procedere nel caso in cui vi si ravvisino dei reati” ha detto Claudia Roma presidente della Lepa che insieme al presidente di Legambiente Fabio Mitrotti hanno preparato e inviato a mezzo fax poco fa un esposto alla Procura di Brindisi, la cui copia verrà indirizzata anche al Noe. “Bisogna fare chiarezza. Noi abbiamo appreso questa situazione dai giornali e prima di andare noi stessi sul posto abbiamo ritenuto necessario informare e chiedere l’intervento dell’autorità preposta“.
L’avvocato Roma sta già coinvolgendo tutte le altre associazioni per un giro di vite sulla questione canili, troppo spesso sottovalutata e ai margini della società. Basti pensare che salvo dimostrare reale interesse all’adozione per un comune cittadino non è concesso entrare nei canili comunali, spesso perché, sotto disposizioni dei veterinari, è meglio non disturbare la tranquillità degli ospiti delle strutture. Eppure sono pubbliche e dovrebbe essere consentito l’accesso al cittadino. “Si evita di far entrare chiunque perché come dicono in effetti i veterinari è meglio non dare motivo di stress e innervosire i cani con il via vai di gente. Ma siccome noi associazioni abbiamo il diritto e dovere di accedervi nei prossimi giorni, coinvolgendo tutte quelle che operano sul territorio, faremo un giro delle varie strutture della provincia previa autorizzazione” ha assicurato il presidente della Lepa.
Nel frattempo la patata bollente passa alla Procura e poi ai carabinieri del Noe.
Carmen Vesco
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