ROMA- Nelle prossime ore il governo passerà alla stesura della riforma dei porti, gli enti locali brindisini, dopo aver incontrato nel primo pomeriggio di oggi il segretario del Ministro alle Infrastrutture ed aver ribadito la posizione del territorio, sono pronti ad impugnare il decreto.
Lo ha dichiarato il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, non appena terminato l’incontro: “O si ritorna all’ipotesi di un sistema portuale unico per la Puglia o anche Brindisi deve essere considerata alla pari del porto di Taranto e Bari. Contrariamente impugneremo il decreto”.
In verità il governo al termine dell’incontro odierno ha chiesto a Brindisi di pazientare ed aspettare.
Una cosa tuttavia è certa l’authority di Bari se in primo momento era stata accorpata a Taranto, grazie a spinte campanilistiche, è stata rivalutata e reinserita nel piano dei porti, salvando così la propria autonomia.
Un elemento questo che non è certo passato inosservato soprattutto agli occhi del territorio brindisino che oggi si sente discriminato .
Non solo nella riforma dei porti, targata Delrio, vi è un ulteriore passaggio che proprio non va giù ai brindisini.
Il porto Civitavecchia entra a far parte delle 15 super authority pur non essendo un porto core, ossia agganciato con le reti di trasporto trans-europee, criterio previsto per gli altri porti. Perché, allora ci si chiede, Brindisi non può fare altrettanto.
Oggi così la posizione degli enti locali brindisini a Roma è stata ferma. Al di là dei colori politici il territorio su questo fronte è unito.
All’incontro al Ministero erano presenti il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, il presidente della provicnia, Maurizio Bruno, il presidente dell’Asi, Marcello Rollo, il consigliere comunale di Si Democrazia, Roberto Fusco, e i due parlamentari, il senatore Pietro Iurlaro di Ala e il senatore Salvatore Tomaselli del Partito Democratico.
BrindisiOggi
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