MESAGNE – Anno nuovo, vecchi problemi per i residenti di Largo Risorgimento a Mesagne: a infastidire i residenti della strada senza uscita, i liquami che si tornano in superficie dalla rete fognaria e che di conseguenza rendono rischiosa da un punto di vista igienico e l’aria irrespirabile. Un disagio che continuano a vivere da almeno 2 anni e che sembra essere ben lontano da una risoluzione.
“Sono 2 anni che abbiamo questi problemi, ma dal Comune mai nessun intervento – ci racconta il parente di una residente, che vive fuori – Ogni volta che torno, spero che il disservizio sia stato ripristinato, invece c’è sempre un’amara sorpresa. Più volte ho protestato insieme ai miei vicini per i liquami che si sversano in strada direttamente dalla rete fognaria, ma l’unico cambiamento che è stato registrato è che qualcuno ha chiuso con l’asfalto i vecchi pozzetti, ma ora i liquami tornano in superficie attraverso l’asfalto”.
Per alcuni di loro, il rischio è che questi sversamenti siano solo la punta dell’iceberg. “Temiamo che i liquami possano intaccare le falde dell’acquedotto, finire sotto le fondamenta delle case, danneggiando ulteriormente una zona precaria. Inviterei personalmente il sindaco a venire qui, d’estate o d’inverno, a passeggiare per strada. L’odore è acre e l’aria irrespirabile. Vi lascio pensare che d’estate, mentre tutti escono ancora per strada per respirare un po’, noi siamo costretti a chiuderci in casa perché fuori ci manca l’aria”.
La zona di Largo Risorgimento è appena dietro il piazzale in cui si incrociano via Sasso, via Mameli e via Basilicata, al confine dell’area oggetto della riqualificazione urbana dell’ex campo sportivo.
“Stanno persino rifacendo i marciapiedi alle spalle delle nostre abitazioni: gesto lodevole, ma perché non sono mai stati fatti nella nostra strada? Quando sono stato in Comune, mi sono offerto personalmente di pagare per la loro realizzazione, sentendomi dire che sarebbe stata considerata un’opera abusiva”.
“Finché c’è stato il Tribunale aperto, si effettuavano lavori di manutenzione: si tagliava l’erba, si sistemavano i paletti. Ora che è chiuso da anni, viviamo senza avere alcun tipo di sicurezza: il palazzo del Tribunale sta cadendo a pezzi, se dovesse accadere qualcosa a qualche bambino che gioca in questa strada sappiamo chi ritenere responsabili”.
BrindisiOggi
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