BRINDISI- La Regione invia la nota ufficiale al Ministero per proporre l’approdo del matanodotto Tap a Brindisi tra Punta Cavallo e la spiaggia dove si affacciano i fanghi di Micorosa. Dopo il sindaco che insorge e chiede che siano i brindisini a decidere interviene anche il movimento ambientalista no al carbone. Gli ambientalisti invitano il presidente della Regione Michele Emiliano ad un tour nella zona industriale di Brindisi, toccando Cerano e l’oasi naturale di Saline Punta della Contessa. Definiscono Brindisi come lo sgabuzzino delle nefandezze. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota di No al carbone.
“Presidente Emiliano chiudiamo il 2015 con la notizia ufficiale di quanto già immaginavamo, ovvero la conferma della sua avversione forse inconsapevole, ma sicuramente convinta , alle terre del Salento e più in particolare per la terra di Brindisi.
Nella sua spasmodica ricerca di un sito alternativo all’approdo di San Foca, nel suo affannoso tentativo di mantenere le promesse elettorali senza per questo fare ombra alle potenti multinazionali, ha trovato sulla sua strada Brindisi, che è parte del Salento (lo saprà) , ma che evidentemente non ne appartiene a pieno diritto quando si parla di vocazioni del territorio. Che Brindisi faccia parte della Puglia sicuramente lo sa, ma questa città insieme a Taranto condivide il destino di “sgabbuzzino” della regione, di ripostiglio, di luogo impresentabile dove andare a nascondere tutte le nefandezze. Luoghi questi che la natura ha reso bellissimi, ma che la politica degli ultimi 60 anni ha violentato e in gran parte devastato.
Parlando di Brindisi come punto di approdo della Tap, suggerito evidentemente da “eminenti professionisti ed esperti” dell’industria pesante, non si è reso conto (speriamo) della gravità di certe affermazioni.
Lei dovrebbe conoscere la drammatica situazione ambientale di questo territorio, dovrebbe sapere che Brindisi è zona SIN (11000 ettari), che nella zona industriale (grande 5 volte la città) ci sono ben 7 impianti a rischio di incidente rilevante, che la zona individuata da lei e dai suoi “esperti” è a contatto con una delle discariche industriali più grandi d’Europa (almeno 1,5 Milioni di metri cubi di fanghi altamente tossici ) residui di lavorazione di un petrolchimico, anch’esso definito “strategico” dai suoi “esperti”. Dovrebbe sapere che quella zona è confinante con la riserva naturale di Punta della Contessa, un lembo di terra tra i più belli della Puglia, stretto d’assedio tra il fu “strategico” petrolchimico e la neo “strategica” centrale di Cerano.
Lei queste cose dovrebbe conoscerle ma se non le conosce dovrebbe avere l’umiltà di fare un “tour”, un #VeleniTour al quale è stato da noi invitato, che le stampi negli occhi l’immagine della devastazione della nostra terra.
Lei Presidente dovrebbe conoscere il nesso profondo che da queste parti esiste tra multinazionali, colonizzazione e distruzione ambientale e sociale.
E anziché parlare di Sud e vestirsi di meridionalismo un po’ sui generis, faccia un passo verso la consapevolezza che non possono essere le multinazionali a salvare questo territorio.
Presidente Emiliano lei (forse inconsapevolmente) dà l’impressione di voler agire discriminando un territorio, che è quello di Brindisi, verso cui dai suoi ultimi atti traspare una sorta di razzismo ambientale basato su affermazioni strumentali e volutamente propagandistiche come la conversione di Cerano, affermazioni usate spudoratamente per spacciare TAP come infrastruttura necessaria a questo scopo, e magari anche ad altro.
Il suo predecessore venne in piazza nella nostra città a farci promesse mai mantenute, lei in maniera ancor più supponente rincara la dose senza nessuna cognizione nè rispetto per i cittadini, le associazioni e le istituzioni locali che si sono già espresse negativamente sull’approdo Tap.
A Brindisi non viene lasciato il diritto di autodeterminare un proprio sviluppo, di cambiare direzione, di darsi una propria originale impostazione, cosa che invece viene permessa, accettata o addirittura incentivata in altre realtà.
Ma questo diritto lo pretendiamo.
Presidente Emiliano, Brindisi è in transizione. Non disturbi.”
BrindisiOggi
Se la tap nn inquina xké a San Foca nn la vogliono?
Il problema di Tap non è tanto l’inquinamento ambientale, quanto quello sociale ed economico. Decenni di industrialismo selvaggio (vedi Enel, Montecatini, Edipower, Sanofi, Lepetit ecc, ecc) hanno fatto la fortuna di alcune multinazionali con sede fuori dalla città e quindi con benefici reali fuori dalla città. L’avversione a Tap non è quindi di tipo “ambientale” ma di “sistema”. Questo modello non funziona e Brindisi ne ha le prove.
Possono farlo a Bari che non ospita un gran che di impianti inquinanti e vediamo se li porta i benefici annunciati…io lo dubito.
ps: suggerisco di informarvi sulla questione “effetto domino” che attanaglia la Z.I. di Brindisi. Un altro argomento per dire no a Tap senza tirare in ballo l’ambiente (in senso stretto!).
Magari facendo passare la TAP su Micorosa, la disinquina un pò. O no?
Ma voi di no al carbone…mi spiegate che inquinamento può dare la tap???? Su quali basi di ingegneria fate le vostre considerazioni? ??