Guerra nel Pd: cinque dirigenti chiedono la decadenza di Antonica e attaccano Emiliano

BRINDISI-  Cinque componenti del Pd, tra direttivo cittadino e segreteria provinciale chiedono la decadenza dell’incarico di Alessandra Antonica a commissaria del partito di Brindisi e replicano a Michele Emiliano che il 26 scorso aveva inviato una lettera con la quale chiedeva le dimissioni dei due assessori del Pd e l’appoggio esterno a Consales con la diffida ad utilizzare altrimenti il simbolo del Pd.  I cinque componenti si schierano a favore dell’amministrazione Consales e quindi degli assessori Luperti  e Monetti, chiedono le decisioni possano passare al circolo. “Quando in politica si ricorre a “fatwe” o diktat per imporre il proprio punto di vista, abbandonando il senso di un confronto ampio, della ricerca di convergenze, di una mediazione alta- scrivono Piero Giosa, Marisa Pati, Vito Camassa, Sandro Antonino  e  Antonella Verardi- in quel momento si sta celebrando il funerale della Politica.”

 I cinque accusano Emiliano di essersi sottratto al confronto democratico “dopo aver pretestuosamente commissariato il circolo di Brindisi”.

“In tempi non sospetti più volte, attraverso documenti ufficiali, la maggioranza dei componenti il direttivo cittadino aveva chiesto invano un intervento del segretario provinciale e del segretario regionale teso a ristabilire le regole di democrazia interna al Partito palesemente violate dall’allora segretario cittadino Antonio Elefante- aggiungono- fu necessaria una motivata richiesta di auto convocazione per costringere Elefante a convocare un direttivo al quale inopinatamente si presentò dimissionario. Stranamente dopo aver atteso risposte per mesi in pochissime ore se non minuti giunse il commissariamento del circolo a norma dell’art.17 dello statuto nazionale e dell’art. 20 dello statuto regionale.”

Ma l’attacco è in particolar modo nei confronti della commissaria Antonica, della quale dichiarano decaduto l’incarico in quanto la sua nomina non è stata ratificata in tempo dalla segreteria regionale. “Ben presto abbiamo scoperto che l’obbiettivo del commissariamento non era il rilancio del Partito- continuano nella nota-che comunque nelle ultime elezioni regionali aveva raggiunto un ragguardevole 20%, nonostante la presenza di ben tre liste civiche che facevano riferimento al candidato presidente Michele Emiliano, ma un attacco mirato all’amministrazione comunale. Solo la precisa volontà di evitare di trascinare il Partito in una squallida querelle a colpi di statuto ha fatto si che non si giungesse ad impugnare il provvedimento di commissariamento , tentando di evitare una gogna mediatica a suon di comunicati stampa, attività alla quale non si è invece affatto sottratta la commissaria Antonica non giovando certo all’immagine del Partito, sarebbe stato sufficiente, infatti, così come prevede l’art. 17 dello Statuto Nazionale del Pd dichiarare nulla la nomina del commissario non essendo stata la stessa ratificata dall’organo superiore (direzione regionale) entro 30 giorni. Non è necessario ricordare sotterfugi, blandimenti ed ammiccamenti vari in stile basso impero che hanno caratterizzato i primi giorni di lavoro del commissario prima giungere all’unica assemblea di circolo nella quale dopo un apprezzata relazione introduttiva del segretario provinciale Maurizio Bruno che invitava il Partito a ricompattarsi trovando al proprio interno la forza di sostenere al meglio le sfide che la città aveva davanti distinguendo così l’azione amministrativa da quella del Partito, il commissario Antonica disattendendo anche le indicazioni dell’assemblea che concordava su una ritrovata unità d’intenti riportava al centro del dibattito il ruolo dell’amministrazione e la richiesta di ritiro degli assessori Pd, senza dare ancora una volta alcuna spiegazione plausibile al senso di questa richiesta, facendo si che non si arrivasse nemmeno alla conclusione dei lavori.”

 I democratici brindisini chiedono ad Emiliano spiegazioni, chiedono di uscire da quella che loro definiscono ambiguità.  “Si dicesse con chiarezza- affermano- se si hanno informazioni tali da compromettere la credibilità del Partito  al fine di non alimentare i tanti retropensieri che cominciano a farsi strada nelle nostre menti e quelle dei cittadini brindisini a partire dalle questioni relative all’approdo della Tap, degli interessi corposi che ruotano intorno al Pug, la questione non risolta delle autorità portuali con la città metropolitana di Bari che richiede a gran voce il mantenimento del suo Status a scapito di Brindisi, le questione legate all’Aia della centrale Enel e non ultimo la chiusura del ciclo dei rifiuti e la conseguente posizione sulla vecchia centrale Edipower.”

Ed ancora i cinque lamentano la mancanza di rappresentanti brindisini nell’esecutivo Emiliano. Lamentale che esce pubblicamente solo oggi, quando ormai Brindisi e Bari sono ai ferri corti. “La classe dirigente di questo Partito,la città di Brindisi intende partecipare attivamente, così come si evince dal grande numero di adesioni al partito registrate nell’ultimo periodo, la mancanza di risposte credibili a questi quesiti aprirebbe la strada ad una doverosa riflessione sull’attuale tasso di democrazia all’interno del Pd pugliese- concludono-Chiediamo pertanto al segretario provinciale Maurizio Bruno di prendere atto dell’avvenuta decadenza della commissaria Antonica e di  avocare a se la questione Brindisi, restituendo al circolo la possibilità di rientrare nella sua piena autonomia nell’attesa della celebrazione del congresso cittadino”

BrindisiOggi

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