Sulla facciata della chiesa uno striscione per don Francesco

Snim 2024

BRINDISI-Hanno riempito la sua pagina facebook di messaggi di vicinanza, ma non si sono fermati. Uno striscione con un scritto #testimonidellaverità è stato calato anche sulla facciata della parrocchia San Giustino De Jacobis al quartiere Bozzano. Cartelli affissi anche sulla porta d’ingresso della chiesa con la stessa medesima frase. I ragazzi della parrocchia ma anche tanti altri fedeli si schierano dalla parte di don Francesco Caramia, il giovane sacerdote indagato per abusi sessuali su un minore. Hanno voluto lanciare un messaggio eclatante, ben visibile, mettendoci la faccia prima su facebook, ed oggi con questo striscione direttamente sulla facciata della chiesa che loro quotidianamente frequentano e partecipano attivamente. Un  modo per dire noi possiamo testimoniare che don Francesco è estraneo a queste accuse. Un modo per essere vicino al parroco, che nella giornata di domenica  si è dimesso dal suo incarico anche per motivi di salute.

Intanto le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Brindisi proseguono, al vaglio degli investigatori il computer del sacerdote, mentre sono stati restituiti cd e altro materiale. L’indagine è scaturita dopo l’esposto presentato da un pediatra dopo i racconti di un ragazzo minorenne che avrebbe riferito di aver subito degli abusi sessuali circa 5 anni fa da don Francesco. Il ragazzino all’epoca dei fatti avrebbe avuto non più di 12 anni.

BrindisiOggi

AVG Teorema

5 Commenti

  1. Mi perdoni “come se davvero l’ordine sacerdotale fosse una cosa necessaria”. Allora, presumo che lei sia cattolica, altrimenti tutto quello che sto scrivendo è inutile. Purtroppo ciò che ci penalizza rispetto a molte altre confessioni, e, vista la situazione attuale, sopratutto nei confronti dell’Islam, è la scarsa conoscenza della nostra fede e della dottrina cattolica. Il sacerdozio e il matrimonio sono le due uniche vocazioni ammesse per un cristiano. E il sacerdozio è fondamentale per poter accedere ai sacramenti e, dunque, alla vita di grazia. Senza la quale continueremmo a vivere schiavi del peccato e lontani da Dio nonché, privati dell’unica verità che conti per un cristiano che è Cristo. Tanto non perché lo dico io o la Chiesa, perché lo dice il diritto naturale. Quella legge eterna ed immutabile iscritta dall’eterno nel cuore di ogni uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Bisogna sforzarsi di studiare e conoscere la fede che si professa, e non come mera attività intellettualistica, ma come metodo imprescindibile per coniugare fede e ragione, entrambi doni della infinita bontà divina. Tutto il resto è relativismo, ovvero il male profondo del nostro tempo, che sta uccidendo la nostra cultura e la nostra storia. Io mi affido volentieri ai duemila anni di tradizione cattolica che, nonostante tutti i tentativi della storia e dell’uomo (compresi quelli che sono al suo interno) di distruggere la Chiesa “meretrice”, “santa e composta da peccatori”, corpo mistico di Cristo e figlia luminosa della Madre di Dio, continua a rimanere baluardo di luce nelle tenebre del nostro tempo. Le opinioni personali e i sentimentalismi, lasciano il tempo che trovano, ciò che conta è la verità e la grazia che ci viene dall’onnipotente per riconoscerla.
    Teoria del Gender, “cultura omossessuale, sincretismo morale e religioso, deviano dalla verità ontologica dell’essere umano. Distinguendo il peccato dal peccatore, ovvero l’inviolabile dignità di ogni uomo dalle sue azioni deviate, noi cattolici dobbiamo fino allo sfinimento contro i predetti corollari del relativismo etico e della secolarizzazione selvaggia.

  2. La signora Giuditta dà quasi per scontato che don Francesco sia colpevole di ciò per cui viene indagato. Tanto che auspica un esame pre-ingresso ai seminari: non si tratta mica di analisi del sangue! Non ci sono più pedofili tra i sacerdoti di quanti non ce ne siano tra i laici. E’ solo che i primi godono, diciamo così, un nutrito bacino di utenza. Credo invece che bisogna cominciare a prendere seriamente in considerazione la non obbligatorietà del voto di castità e la possibilità di crearsi una famiglia. Il Papa ha aperto un ampio spiraglio all’uso del preservativo. La prossima apertura potrebbe essere quella del matrimonio per i sacerdoti.

    • Forse mi sono spiegato male, mi dispiace. Credevo di esprimermi in un italiano comprensibile, si vede che non è così. Le mie sono considerazioni generali- “senza entrare nel caso specifico”-, che prendono spunto da un fatto che si affianca a tanti altri che,ahinoi, stanno scoppiando nella nostra disastrata diocesi, e che sono sub judice, imponendoci pertanto l’astensione da ogni giudizio sul caso di specie. La mia chiosa, infine, era una preghiera che riguarda tutti noi, laici ed ecclesiastici. Riguardo al discorso del celibato dei sacerdoti, per fortuna la dottrina della Chiesa cattolica è molto chiara a riguardo. Esistono altre confessioni per chi la vede diversamente. Fino a quando l’Europa non si sottometterà alla sharia, per fortuna esisterà la libertà religiosa.

      • Intanto mi scuso per averle cambiato il nome. Ammetto che mi era venuto il dubbio che il suo fosse un riferimento generale. Però fatto sta che è scritto a commento di questo articolo. Lei dice che bisogna analizzare i ragazzi “sulle inclinazioni sessuali” prima di ammetterli al seminario. Mi sembra una pratica da inquisizione. E questi ragazzi (e ragazze, ovviamente) verrebbero “rifiutati” in quanto gay, inadatti, o cos’altro? Sì, attualmente la Chiesa è molto chiara in merito al celibato, oggi, appunto. Parlavo di una futura apertura del Papa, che molti preti agognano. Del resto, la Chiesa ha accolto ex protestanti sposati e con figli che ora sono sacerdoti a tutti gli effetti. In ogni modo, senza animosità, discorsi che si fanno, come se davvero l’ordine sacerdotale fosse una cosa necessaria.

  3. Purtroppo queste storie fanno male alla Chiesa più di un attacco terroristico in Vaticano. Don Giussani diceva che il peggior nemico delle comunità cristiane è la fede moralista. La fede deve fondarsi su Cristo e sull’avvenimento cristiano. Gesù è l’unica persona di cui ogni cristiano deve “fidarsi” oltre ogni ragionevole dubbio. Gli altri, ovvero laici e ecclesiastici, sono uomini feriti dal peccato originale. Tutti propensi e continuamente insidiati dalla concupiscenza, anche se naturalmente creati per il bene. Spero che le persone capiscano che la Chiesa è ben più, e ben altro del singolo prete e dei singoli fedeli.
    Certo, ciò non può esimerci, comunque, dal ponderare e criticare determinate situazioni. Nel rispetto dei ruoli e delle persone, ovviamente. Per esempio, io credo che sia quanto mai urgente un ripensamento delle modalità di controllo e accoglimento, all’interno dei seminari, delle istanze vocazionali di coloro che vogliono intraprendere la strada del sacerdozio. Servono assolutamente delle verifiche puntuali e approfondite, svolte da professionisti laici e non solo ecclesiastici, sulle inclinazioni sessuali e sull’approccio psicologico di coloro che intendono entrare in seminario.
    Senza entrare nel caso specifico,purtroppo, anche la sola notizia di un prete che, in ipotesi, possa essersi macchiato di cotali ignominie costituisce un vulnus irrimediabile alla già labile fede della maggior parte dei laici cattolici che, sempre in minor numero, frequentano le parrocchie. Spero che i vertici della Chiesa Cattolica, capiscano quanto sia urgente e impellente il cambiamento a cui accennavo innanzi.
    Infine, credo sia importante riportare un dato che pochi media mettono in evidenza, per ovvie ragioni di opportunismo anticlericale. La stragrande maggioranza delle violenze a danno dei minori, statisticamente, avvengono tra le mura domestiche. Padri, nonni, zii etc.
    Da cristiani corre l’obbligo, per un verso, di essere intransigenti contro i preti che commettano tali atrocità, per altro verso, tuttavia, non dobbiamo perdere di vista che spesso i media e i giornalai laicisti, vanno a nozze con queste notizie pruriginose.
    Che il buon Dio, e la Madre del cielo, aiutino il buon don Francesco a risolvere le miserie della sua vita e le ferite della sua natura (come ognuno di noi), ancor prima che lo facciano i tribunali umani.

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