MESAGNE – Trovato un punto d’incontro tra il Comune di Mesagne e le famiglie dei disabili gravi che hanno visto, nello scorso weekend, tagliarsi drasticamente le ore di assistenza domiciliare con gli operatori socio assistenziali.
Già nella mattinata di ieri (9 dicembre), la situazione sembrava essersi ridimensionata, dinanzi ad un tavolo con servizi sociali, sindaco di Mesagne Pompeo Molfetta e le famiglie dei ragazzi. Oggi, dopo l’analisi accurata di ogni singolo caso dei 4 considerati più gravi, si è raggiunto un accordo: 4 ore quotidiane per tutti i disabili gravi ( 3 di osa e 1 di oss) a fronte delle 6 previste in precedenza, sino a febbraio, quando cioè è previsto l’arrivo dei finanziamenti da parte della Regione Puglia che dovrebbero consentire al comune di riprendersi.
Ad alcune famiglie è stato anche detto che, nel momento in cui le ore degli operatori socio assistenziali non dovessero essere sufficienti, ci dovrà essere una compartecipazione delle famiglie, in termini economici, per il pagamento del personale: 10 euro al giorno, che a fine mese diventerebbero circa 600 euro per ogni disabile. Se non si dovesse sostenere il pagamento, il servizio verrebbe sospeso.
Le famiglie, per il momento, si ritengono soddisfatte, sebbene si sia ben lontani dal monte ore necessario per le famiglie a rendere ottimali le condizioni dei propri figli. La frase che più hanno ripetuto le mamme di questi ragazzi è stato un ritornello mai scontato: “Vorremmo solo che i nostri figli vivano il più dignitosamente possibile e senza elemosinare un loro diritto. Se loro non possono farlo da soli, lo faremo noi genitori con le unghie e con i denti”.
Il sindaco Pompeo Molfetta ha più volte ribadito che c’è stato un errore di comunicazione all’interno degli uffici dei Servizi Sociali, oggi arriva una parziale risoluzione al problema, aspettando il mese di febbraio: le famiglie sperano di dover seppellire definitivamente l’ascia di guerra, insieme all’esposto alla Procura preparato e lasciato in stand by dai Carabinieri di Mesagne.
A.P.
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