
MESAGNE – La questione, delicata, del taglio all’assistenza domiciliare ai disabili gravi di Mesagne passa anche per la rete. In questi giorni in cui le famiglie si sono mosse nell’immediatezza per far rispettare i diritti dei propri figli, usare i social network è stato per alcuni un modo per comunicare senza sollevare i toni, ma anzi per focalizzare l’attenzione su quanto sia grave ciò che è accaduto a chi ha meno mezzi per difendersi. Vi proponiamo, per questo, lo sfogo di Alessandro Mitrugno, un 22enne che vive da vicino i disagi di cui vi stiamo raccontando da giorni.
“Il problema che sta riguardando i tagli ai servizi per i ragazzi disabili è una questione che va aldilà del fattore politico. Bisognerebbe come prima cosa metterci tutti una mano sulla coscienza, poi ognuno sulla propria dignità, quella che state togliendo ai nostri e vostri ragazzi perché anche loro, come noi, sono liberi cittadini, con la sola ed unica variante che li contraddistingue da noi: la non libertà di esprimersi, la non libertà dire la loro, la non libertà di muoversi, la non libertà di correre, la non libertà di pensiero, la non libertà di gioire normalmente, la non libertà di godere delle gioie della vita come amare, giocare una partita di calcio, di pallavolo, fare un giro in bici, vedere un concerto, viaggiare, la non libertà di scegliere di essere come tutti noi. Di una cosa però non devono essere privati: la libertà di vivere dignitosamente e nel miglior modo possibile la loro umile vita. Affinché questo funzioni ci deve essere una soluzione immediata, efficace, infallibile; il resto è solo fumo e chiacchiere.
Le parole, sappiamo tutti, se le porta via il vento; servono fatti rapidi e concreti. Troppo facile prendersela con la vecchia gestione, troppo semplice affermare che dipende da Roma, dopo Roma sarà colpa dell’Europa, l’Europa darà la colpa al Mondo. Non prendiamoci in giro. I problemi si risolvono in casa propria e chi ha avuto l’interesse di prendere in mano questa città deve risolverli senza mezzi termini, senza dare colpa a chi ha lasciato in eredità l’arduo compito di governarla. Il mio non è puntare il dito su una classe politica, ma tutelare la dignità e la sicurezza dei ragazzi”.
BrindisiOggi
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