BRINDISI – Come è apparso, così è scomparso il falso profilo Facebook a nome di tale Lorenzo Amoruso, ma recante come immagine quella del geometra brindisino Vittorio Danese, 41enne il cui corpo fu rinvenuto in Croazia e scomparso tra il marzo e l’aprile 2013 in circostanze ancora oggi misteriose.
È infatti un mistero il perché una persona abbia utilizzato, al posto della propria immagine proprio quella del geometra Danese. Non è da escludere che anche il nome utilizzato per la registrazione sul social network fosse un falso. In poco più di 2 ore il profilo è stato attivato e rimosso dall’utente.
In molti avevano ricevuto quella richiesta d’amicizia su Facebook dal profilo scarno di informazioni ma con l’immagine del profilo di un uomo sorridente: in molti hanno riconosciuto in quel volto qualcosa di familiare e hanno accettato la richiesta d’amicizia, ma ad alcuni di loro è sorto qualche dubbio sulla veridicità del profilo e del nome dell’utente.
Un altro aspetto, che potrebbe far insospettire ancora di più, è che di quella pagina Facebook era stata vietata la visione ad alcuni utenti che nella vita, quella di tutti i giorni, erano amici stretti del geometra brindisino. Nel gergo del social network, gli amici di Danese erano stati “bloccati”, vale a dire che erano impossibilitati dal vedere su Facebook il profilo in questione.
La storia del geometra Vittorio Danese è rimasta una pagina triste delle cronache brindisine. Il 15 marzo 2013 lascia Brindisi a bordo di un motoscafo Thomson, affittato. Con lui, anche Teodoraq Rexehepaj, 62enne albanese. I due erano diretti in Albania. Il 1° aprile fu ritrovato, lungo la costa croata, il corpo dell’albanese, riconosciuto dal figlio. Il giovane, però, riferisce agli investigatori del posto che suo padre non era solo, c’era un altro uomo in viaggio con lui. A giugno, la notizia del ritrovamento nel mese di aprile, del corpo di un uomo sull’isola di Scedro, con un particolare tatuaggio sulla caviglia, lo stesso di Vittorio Danese. Solo con un riscontro dal vivo, in Croazia, si è potuto dare un nome al corpo che da un mese era conservato in un ospedale croato.
BrindisiOggi
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