Rischia di morire a 17 anni per mezza pasticca di ecstasy, Giorgia racconta la sua storia ai ragazzi del Giorgi

BRINDISI- incontro con giorgia benusiglio 5Parla per due ore e mezza senza fermarsi quasi mai, e loro l’ascoltano in un ossequioso silenzio. Come spugne assorbono le parole di Giorgia Benusiglio. Questa ragazza milanese di 33 anni che in giro per le scuole racconta ai ragazzi di quella notte in cui un po’ per curiosità e un po’ ignoranza ha ingerito  in discoteca mezza pasticca di ecstasy. Da quel momento la sua vita non è stata più la stessa. La droga ha bruciato il suo fegato: un’epatite tossica fulminante , i mesi in ospedale attaccata ad un macchinario, il trapianto, il dolore di sua madre, di suo padre e di sua sorella. Le parole degli infermieri che almeno due volte in quelle settimane hanno detto tra di loro che Giorgia non avrebbe passato la notte. “Mi hanno fatto per due volte l’estrema unzione”, racconta la ragazza agli studenti delle seconde classi dell’istituto tecnico industriale di Brindisi Giorgi. Poi è arrivato il fegato di Alessandra, che  le ha ridato la vita. Due ragazze, due coetanee con un destino che si incrocia tra la vita e la morte. Alessandra era in auto con il suo ragazzo quando all’uscita da una discoteca si sono schiantati, lei è morta. Un po’ di lei vive oggi in Giorgia.

incontro con giorgia benusiglioQuando tutto è accaduto Giorgia avevano 17 anni, quella sera aveva deciso con amici di provare l’ecstasy in discoteca. “Cosa vuoi che faccia mezza pasticca di ecstasy- avevo pensato- non era eroina, non era cocaina, di quelle io avevo paura. Fuori da scuola avevo letto un opuscolo del Ministero contro le droghe che in  merito all’ecstasy spiegava come utilizzarla avendo meno rischi, e quindi volevo provare. Non l’ho fatto per altri motivi.”

incontro con giorgia benusiglio 8Giorgia era una studentessa comune, una ragazza decisa, con una famiglia che le voleva bene. Ma è accaduto, e da quel momento ha toccato il baratro. Ed è proprio per questo che ha deciso di raccontare la sua esperienza nelle scuole. Ad iniziare è stato suo padre, raccontava di questa sua figlia, di questo dolore davanti all’impotenza. Poi anche Giorgia si è convinta ed ora è in giro per l’Italia. A lanciare messaggi per la vita, contro l’assunzione di droghe. “Non si esistono droghe che fanno bene e droghe che fanno male- dice ai ragazzi- fanno male e basta. E anche presa una sola volta ti può ammazzare. Le droghe ti possono dare sensazioni che vanno oltre natura, ma durano pochi istanti e il giorno dopo non ricordi nulla, non ti lasciano niente. Io da anni vivo sensazioni bellissime con lucidità. E ricordo tutto.”

Un’esperienza forte quella vissuta questa mattina dai ragazzi del Giorgi, qualcuno li ha sbattuto in faccia la realtà. E loro sono stati in silenzio ad ascoltare, un’attenzione disarmante che ha lasciato senza parola anche i docenti e la preside Maria Luisa Sardelli che da anni porta avanti questo suo progetto di incontri, affinchè la scuola sia davvero maestra di via.  A Giorgia è andata bene, ma ci sono tanti altri giovani che la loro storia non la possono raccontare.

Lucia Portolano

 

 

1 Commento

  1. BENE,sono queste le notizie che vorrei leggere ogni giorno,l’esperienza,se pur drammatica,di una ragazza che si racconta agli altri senza paura. Non e’vero che certe cose bisogna nasconderle,certe esperienze se ben raccontate possono essere d’aiuto agli altri,soprattutto ai giovani.La stessa cosa dovrebbe essere fatta per quanti escono dal tunnel della depressione,raccontare la loro esperienza e come ne sono usciti fuori,sapete quante vite possono salvarsi? Invece,invece siamo abituati a nascondere certe situazioni di disagio come se fosse peste! E voglio fare i complimenti anche a Lucia Portolano che ha scritto l’articolo,bello,lineare,leggibile e chiaro!

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