BRINDISI- Kata, 46 anni, è costretta su di una carrozzella a causa di un tumore alle ossa che l’ha privata di una gamba, ha un marito che fa lavori saltuari, ed un figlio che frequenta la scuola superiore, ma per il Comune di Brindisi non ha diritto ad alcun sostegno.
Kata è una dei dieci disabili che non rientra nella nuova lista degli aventi diritto ad una assistenza stilata dai servizi sociali del Comune di Brindisi.
La donna, residente in una casa popolare ai Cappuccini, non ha più requisiti da quando tre mesi fa l’amministrazione ha deciso di cambiare i parametri per gli aventi diritto.
Ora per usufruire di un qualche aiuto da parte dei servizi sociali bisogna avere più di 65 anni, essere disabile ed avere un reddito praticamente pari a zero.
Kata è disperata, lei non vuole denaro o pasti. Kata ha bisogno di qualcuno che possa aiutarla per qualche ora a settimana nella pulizia personale o della sua casa.
Quel poco che le serve a recuperare un po’ di dignità come donna e come mamma.
Immaginate cosa significhi per lei muoversi in una casa con tante barriere architettoniche e dover provvedere anche alle cose più semplici dallo stirare una maglietta o mettere a cuocere un piatto di pasta.
Kata vive con il marito, 47 anni, senza occupazione fissa. L’uomo per tirare avanti fa volantinaggio, un lavoro precario. La coppia ha anche un figlio che frequenta l’ultimo anno della scuola superiore.
“Mi sento così demoralizzata- ci racconta Kata in lacrime- fino a tre mesi fa, i servizi sociali mi garantivano almeno due volte a settimana un minimo di assistenza. Ora sono rimasta sola con tutte le mie difficoltà”.
“Non capisco perché tutto debba essere così complicato- si sfoga ancora la donna- sono andata tre volte all’INPS perché non credevano che fossi disabile, altrettante alla Asl per avere semplicemente una sedia a rotelle che mi regalasse un po’ di autonomia”.
Questi i paradossi della nostra società, dove un diversamente abile in carrozzella e senza una gamba deve anche dimostrare, nonostante l’evidenza, la propria condizione.
“Quando sono andata ai servizi sociali del Comune per chiedere aiuto- dice ancora Kata- mi è stato risposto che con i soldi della mia pensione d’invalidità, unica entrata della mia famiglia, potevo anche pagarmi una donna delle pulizie. Ma come faccio a pagare una donna delle pulizie se non riesco neppure ad arrivare a fine mese e garantire il minimo indispensabile a mio figlio”.
Purtroppo la condizione di questa donna è simile a quella degli altri nove disabili rimasti fuori dalla “lista degli aventi diritto”.
Il Comune continua a sostenere che ci sono stati dei tagli ai fondi e che è stato necessario rivedere i parametri per l’assegnazione degli aiuti.
Così, se qualcosa è cambiato per l’amministrazione, nulla è cambiato invece per questi disabili rimasti senza assistenza, anzi la loro condizione è peggiorata ed oggi come Kata tanta altra gente resta sola con la sua disperazione.
Lucia Pezzuto
E poi viene concessa l’esenzione dal ticket a coloro che possiedono un reddito di €.36.000/anno, che fanno 3.000 al mese!
Il Comune davanti a questi casi, che purtroppo aumentano, dovrebbe comportarsi come un buon padre di famiglia, ossia eliminare le spese non strettamente indispensabili e dirottare le risorse verso questi bisogni primari che qualificano una società civile. Avevo letto giorni fa che aveva stanziato 60.000 euro per qualche evento sotto le festività imminenti, bene credo che una parte vada dirottata per alleviare le sofferenze di queste famiglie. Solo gestendo dando priorità a questi bisogni una città può festeggiare tutti insieme le festività religiose, altrimenti è una società non unita ed ingiusta che non ha alcun motivo per cui festeggiare.
Gentilissima Signora, mi consenta di darLe un consiglio affinché Lei possa ottenere un aiuto ed anche un bel sussidio da parte delle cosiddette istituzioni. Si dichiari di essere di religione musulmana, si dichiari di essere simpatizzante dell’ISIS e di approvare tutte le loro gesta, faccia diventare casa sua un punto di raccolta e di incontro di terroristi e criminali islamici, appaia in TV facendo propaganda alla jhiad ed a coloro che la praticano. Le assicuro che otterrà: rimborsi di tutte le spese di casa ( affitto, mutuo, condominio etc.), sussidio di circa 1500 euro netti mensili, salvaguardia giudiziaria per qualsiasi reato dovesse commettere o particolare clemenza nel giudizio. In caso non si voglia dichiarare musulmana, si dichiari rom e/o profugo a qualsiasi titolo, ma non dica mai di essere ITALIANA. Capito?