MESAGNE – Le parole del sindaco di Mesagne Pompeo Molfetta, in riferimento all’abbandono dei rifiuti da parte di alcuni suoi cittadini (“Perseguiremo con fermezza e determinazione questo scempio ma intanto consentitemi di dire che questa cosa mi fa schifo e che mi vergogno di essere il sindaco di cotanta inciviltà”), hanno riacceso un sopito dibattito politico.
“Raccolta e smaltimento dei rifiuti indicano il grado di civiltà della collettività, ma anche la capacità di un’amministrazione comunale come capacità organizzativa, di pianificazione e inclinazione alla modernità, di visione del problema e del suo contesto – ha dichiarato la locale sezione del PD – Negli ultimi 4 mesi Molfetta più volte si è detto contrario all’abbandono dei rifiuti per strada o nelle campagne, fino all’ultimo comunicato in cui si dice indignato “verso cotanta inciviltà”. Sarebbe stato opportuno che a chi conferisce correttamente i rifiuti, indignati loro sì, per un servizio inefficiente che lascia la città sporca, perché sostengono un costo di 5 milioni e 200mila euro per il ciclo dei rifiuti, il Sindaco avesse prospettato decisioni campagne informative, azioni sanzionatorie contro l’abbandono dei rifiuti”.
Secondo il Pd, l’azione del sindaco si sarebbe limitata ad indignazione e vergogna, “come se si potesse scegliere di chi essere Sindaco, degli incivili no e dei virtuosi sì. Eppure, di aspetti di cui l’Amministrazione dovrebbe occuparsi ce ne sono, come il fissare obiettivi di differenziata decisamente più ambiziosi. La raccolta porta a porta spinta, partita con impegno da parte dei cittadini, degli operatori e degli amministratori, aveva garantito percentuali di differenziata vicine al 70% nel primo periodo, scese ormai all’attuale 56%. Se Mesagne differenziasse di più – commenta il Pd – si emanciperebbe in parte anche dai problemi di conferimento in discarica che a breve genereranno una nuova situazione di emergenza. Per non parlare del conferimento selvaggio, anche di cittadini di altre città, all’isola ecologica ormai al collasso, dove senza un sistema di controllo chiunque può conferire qualsiasi cosa”.
Insomma, il problema sarebbe risolvibile in parte iniziando nel proprio comune, senza addossare le responsabilità all’Aro, peraltro commissariato. Per il Pd, sono diversi gli aspetti da affrontare di cui ci si deve occupare, ponendo delle domande all’amministrazione.
“Occorre pensare ad un piano di informazione e sensibilizzazione verso l’importanza di una corretta differenziazione dei rifiuti: nel contratto con la ditta non a caso sono previsti 50mila euro all’anno, che pagano i cittadini, per campagne di informazione. Che se ne fanno?” A questi vanno aggiunti monitoraggio e azione di controllo del territorio. “Nelle sue linee programmatiche Molfetta parla di videosorveglianza. Si farà? Senza parlare delle multe per contrastare l’abbandono: quante multe sono state rilevate fino ad oggi? L’incasso delle multe a chi va?”
Secondo il Pd, è necessario intensificare il rapporto con le attività commerciali per migliorare la differenziata, che oggi avviene nelle difficoltà, oltre che distribuire in città, nei luoghi di maggior flusso, dei raccoglitori per rifiuti differenziati. “Perché non istituire con la Protezione Civile un servizio di guardie ecologiche volontarie che possano controllare gli abbandoni di rifiuti? Anche con un pronto intervento per rimuovere i sacchetti gettati nelle campagne e nel centro della città. E poi – conclude il Pd – il comune di Mesagne, nella predisposizione del conto economico del bando della nuova gara, ha previsto di spendere 33.470 euro per interventi per rimozione di rifiuti abbandonati. Fino ad oggi quanto si é speso?”
Foto di repertorio
A.P.
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