INTERVENTO/ Abbiamo vissuto , sino a pochi anni fa, anni bui, difficili, anni di piombo , avvolti da una strategia criminale che imperversava in un sistema di economia illegale.
Sino a quando, grazie al lavoro sinergico delle Forze dell’ordine , della Magistratura, dello Stato che dimostrò la propria fermezza e decisione, furono debellati certi fenomeni criminali che sino ad allora avevano attecchito e proliferato nel nostro territorio, in un sistema di economia illegale.
La stessa comunità brindisini, sia pure faticosamente e gradualmente, cominciò a maturare gli anticorpi necessari.
Ma, in questi ultimi tempi, purtroppo, si sta assistendo impotenti, a ripetuti e preoccupanti episodi di illegalità diffusa, con una microcriminalità sempre più agguerrita e tracotante, con il diffondersi di furti, danneggiamenti , incendi d’ auto, raid e vetrine di negozi spaccate, atti di vandalismo e teppismo .
Condotte, queste, che vanno contro le elementari norme e regole della convivenza civile, in una sorta di libero arbitrio, dove il più scellerato, il più furbo, il più prepotente, il più violento, prevarica coloro che civilmente provano a rispettare le regole ed a comportarsi onestamente.
Nella cittadinanza aumenta sempre più la percezione di insicurezza, il clima di paura e preoccupazione, di allarme sociale.
Una situazione che arreca, fra l’altro, un inevitabile e grave danno alla stessa economia, scoraggiando e facendo desistere potenziali imprenditori che potrebbero investire le proprie risorse nella nostra città.
Esprimere apprezzamento e riconoscenza nei confronti dei rappresentanti e di tutte le componenti delle nostre Forze dell’ordine, non è esercizio di pura retorica, non è la solita frase di circostanza, ma sincero sentimento di stima.
Non si può, nel contempo, sottacere la richiesta che perviene da più parti, di un maggiore controllo e presidio del territorio, con un potenziamento degli organici delle forze di polizia presenti in città.
Chi sa perché, in altre realtà, i parlamentari interrogano continuamente il ministro degli Interni, perché destini ai propri territori mezzi e risorse umane più adeguate e, da noi, salvo qualche rara e lodevole eccezione , ciò non avviene?
Perché la sicurezza è un bene pubblico da tutelare, oltre ad un sacrosanto diritto per ogni cittadino, una componente essenziale della qualità della vita.
Ci troviamo di fronte ad avvisaglie, a segnali preoccupanti, ad una pericolosa recrudescenza di atti delinquenziali.
Non servono le solite stucchevoli ed inconcludenti passerelle , magari all’interno di Consigli comunali monotematici, che rappresentano il momento per qualcuno, per tacitare la propria coscienza.
Intendiamoci, sarebbe riduttivo e fuorviante, ricondurre questa emergenza sociale, solo sul fronte della repressione.
Devono e possono fare tanto , perché hanno un ruolo insostituibile ed imprenscindibile le varie Agenzie educative : la famiglia , la scuola, i mass media, le parrocchie, in un’opera di prevenzione ed educazione .
La Chiesa ha anch’essa il dovere di intervenire, di far sentire la propria voce,ad iniziare dall’Arcivescovo della nostra Diocesi , che è il suo massimo rappresentante, per finire alle parrocchie sparse sul territorio, in particolare nelle periferie, isolate, abbandonate, dove in maniera più grave si manifesta la crisi economica, valoriale, sociale.
E poi la Scuola, a tutti i livelli, luogo per certi versi privilegiato, dove i ragazzi apprendono nozioni e conoscenze , ma anche a “ vivere” ; imparando a confrontarsi, a comportarsi, a rispettarsi, ad apprezzare le diversità, le regole.
Continuare a minimizzare , a non prendere coscienza della gravità della situazione, a mostrare inadeguatezze e limiti, significa assumersi una pesante responsabilità.
Quando diversi anni fa fu costituita a Brindisi, l’Istituzione per la prevenzione dell’emarginazione e del disagio sociale , utilissimo presidio nei confronti di certe fenomenologie ed emergenze sociali, avemmo il merito di essere antesignani in Italia.
Oggi, tale Ente strumentale Comunale,dopo tanti anni di intensa e proficua attività sul territorio , sembra caduto nell’oblio, nel dimenticatoio.
Eppure, non si dovrebbero lesinare sforzi ed energie d’alcun tipo , pur di sostenerlo e renderlo nuovamente operativo, proprio per continuare a rispondere a determinati bisogni , nell’ottica del recupero di soggetti svantaggiati o tendenzialmente deviati.
Le Istituzioni, tutte nessuna esclusa, devono intervenire, perché a nessuno è consentito di abdicare al ruolo ed alla funzione che gli compete.
Il passato a volte ritorna ! Se vogliamo scongiurare questo pericolo e non rivivere certi incubi, bisogna agire con risolutezza e determinazione.
Per non far ritornare a Brindisi vecchi fantasmi che si credevano esorcizzati per sempre!
Francesco Buongiorno
Mi sembra che oggi sia diverso dal passato. Allora c’era la tracotanza dei bassi livelli della delinqurenza organizzata per mettersi in mostra. Oggi si assiste al fiorire di minibande che si “divertono” per scacciare la noia o per dare un po’ di scopo (sic!) alla loro vita. Con i genitori pronti a difendere a spada tratta il risultato del loro fallimento come genitori ed educatori. Ricordo il caso di quel ragazzo ucciso anni fa a Genova e immortalato mentre, tutto vestito di nero, buttava un estintore contro un caribiniere in camionetta. Poco è mancato che i genitori, evidentemente all’oscuro della vita del figlio, ne chiedessero la beatificazione. Ai miei tempi, al colloquio con i professori, mio padre era pronto a togliersi la cinta e darmele di santa ragione davanti a tutti. Oggi, se un figlio va male o peggio si chiama il genitore per una condotta non proprio consona del figlio, c’è il rischio dell’aggressione al professore o al preside o dirigente scolastico che dir si voglia.Come giustamente dice lei, le strutture non mancherebbero. Ma da dove si comincia?