La passione per l’atletica, il lavoro, e il sacrificio: ecco il brindisino Daniele Corsa, campione nazionale

BRINDISI- Forza di volontà, lavoro, sacrificio e soprattutto tanta, tanta velocità: Daniele Corsa, giovanissimo prodigio dell’atletica, fa di queste doti i suoi più importanti punti di forza. Grazie all’amore per questo sport coltivato fin da bambino, Daniele, 19 anni brindisino,  ha iniziato a prendersi le prime soddisfazioni lo scorso anno, quando ha vinto il titolo di campione italiano due volte: la prima sui 100 metri, con il tempo record di 10:54, la seconda sui 200, con 21:10. Tempi, questi, che lo hanno consacrato e portato nell’olimpo dei campioni. Da pugliese, è facile e scontato procedere a paragoni azzardati con Pietro Mennea, oro alle olimpiadi e record sui 200 metri per 20 anni: il barlettano, scomparso nel marzo 2013, è diventato una leggenda di questo sport. Daniele, per ora, si ‘limita’ a fare del suo meglio e a collezionare medaglie, sognando di partecipare alle Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro.
Tesserato per l’Atletica Folgore, inizia a praticare questa disciplina nel 2008, accantonandola però per due anni, lasciando spazio alla passione per il calcio. Rimane per poco tempo però, con la palla tra i piedi: il suo ‘destino’ è l’atletica.
“Il primo successo ottenuto”, dice Daniele, “è stato farmi notare lo scorso anno. Con un pò di preparazione, sono cominciati ad arrivare i primi riscontri cronometrici”. La sua strada però, non è stata sempre tutta in discesa: “Ho dovuto superare alcuni infortuni, sono riuscito ad uscire sempre a testa alta e mi sono distinto quest’anno, ottenendo due campionati italiani, sui 100 e 200 metri, e un secondo posto con la nazionale alla staffetta 4×4 agli Europei di Ekilstuna, in Svezia”. E sul poter indossare la maglia azzurra, le emozioni non si sprecano: “Ho provato ansia”, spiega: “Partecipare ad un Europeo da giovanissimo è stata un’emozione fantastica. Riuscire ad ottenere la seconda piazza del podio, poi, lo è ancora di più. Portare la magia dell’Italia per me è stato importante, ma soprattutto un grande vanto. Sicuramente è stato un grosso peso da sostenere”.
Fondamentali, per la sua crescita, i consigli dei suoi allenatori, Giuseppe Pagliara (che lo segue nella specifico sulla velocità) e Bruno Stasi, che si occupa dei lanci ma anche della velocità: saranno loro poi a indirizzarlo nella specialità a lui più adatta.
Sui riti scaramantici poi, dice: “Non ho riti specifici, ma non corro mai senza i miei bracciali portafortuna.. o almeno, senza quelli che mi sono rimasti!”
Ora, testa all’Olimpiade di Rio de Janeiro, risultato che per il giovane brindisino sarebbe un risultato eccezionale: se non dovesse farcela, l’obiettivo diventerebbe l’Europeo di Amsterdam.
Un grosso in bocca al lupo a Daniele Corsa per la sua carriera: e un’ultima cosa, “Nomen omen!”
Antonio Solazzo

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*