TORCHIAROLO- Dubbi, interrogativi che non trovano risposte. Analisi mai presentate agli agricoltori. Coincidenze che avvelenano il clima. La politica che cambia faccia secondo i momenti. L’Unione europea che mai come in questo momento appare lontana da questo lembo di terra. La rabbia dei contadini, il loro passato e futuro sancito in un’ordinanza che dice di abbattere entro 10 giorni la loro storia, le loro radici, il loro pane quotidiano. La vicenda della Xylella Fastidiosa che avrebbe provocato il disseccamento degli ulivi del Salento a Torchiarolo si scontra con troppi dubbi. In questa zona considerata cuscinetto dove gli uliveti non appaiono per nulla malati, salvo qualche fronda che per i contadini deve solo essere curata, potata. Come si faceva una volta. O almeno ci vogliono provare.
BrindisiOggi.it vi racconta queste storie, vi racconta il coraggio di una comunità che si vuole opporre alla “norma”. Vi racconta di questa grande contraddizioni che esiste in questo paese di poco più di 5mila anime, quando il direttore dell’Arpa Puglia emette l’ordinanza per vietare di accendere i camini delle case e delle attività commerciali per contenere l’emissioni di polveri sottili in atmosfera che inquinerebbero l’aria (da anni Torchiarolo mantiene il primato in Puglia per inquinamento dell’aria secondo gli sforamenti dell’Arpa) e dall’altra nel piano Silletti, per l’emergenza Xylella, si impone che dove l’eradicazione, i rami e le foglie devono essere incendiate sui terreni. Provvedimenti che varrebbe per quasi 4mila ulivi da abbattere secondo lo stesso piano. Insomma delle due l’una.m
Vi proponiamo il reportage di Lucia Portolano, immagini e montaggio Matteo Brandi
Buonasera,
vorrei dire la mia su questa assurda storia, innanzi tutto quello che da da pensare e che si impedisce agli interessati di poter far fare le analisi in proprio praticamente bisogna eradicare sulla fiducia<!!!!!!!!!!!
Come mai il piano Silletti indica due soli laboratori di analisi autorizzati a tale scopo!!!!in Europa ci sono migliaia di laboratori, se non migliori quantomeno di pari livello.
Bisogna dare ai proprietari la possibilità di capire….
Servizio bellissimo!! ….. ma sconcertante.
Rilevo un’immensità di incongruenze tecniche: non vi sono certezze sulla tipologia della contaminazione degli ulivi; la contaminazione è a “spot” e quindi l’eventuale batterio una volta insediato rimane nella pianta e non si espande in quelle adiacenti (tanto si rileva da Torchiarolo); la notifica dell’abbattimento DOVEVA essere accompagnata da analisi batteriologiche realizzate sulla pianta/e da abbattere; le piante, come gli umani, soffrono di malattie fra loro differenti che evidenziano diversi aspetti ed ancora non è ben chiaro quale è la “malformazione” da Xilella; ecc.
Io faccio un altro mestiere e sono privo di cognizioni specifiche dell’agronomo-batteriologo ma mi pongo sostanziali dubbi procedurali ed amministrativi.
Per il resto mi va da affermare che la stupenda “terra di Torchiarolo” sia maledetta non dal Creatore ma da piccoli, furbi e falsi uomini, ancor più se politici!
Cosa se ne deve fare della legna tagliata? Non può essere neppure portata in combustione perchè, per quanto affermato da ARPA e Regione, essendo una “biomassa fresca” produce IPA, PM10, levoglucosano e suoi isomeri e, per ultimo anche il cancerogeno benzo(a)pirene. Certo dappertutto l’uso di “biomassa fresca” in combustione produce i richiamati inquinanti ma, mentre nelle restanti parti d’Italia la media è del 6-8% a Torchiarolo, per magia, raggiunge il 92% !!!
La cosa che mi fa impressione è che nessun politico (cosiddetto) sta scendendo in campo…..
Tipo il regionale o addirittura quella “cosa” chiamata parlamentare!!!