TORCHIAROLO- Sabato mattina. Ancora il sole non è alto e l’aria un po’ fresca quando arrivano decine di auto della Forestale. Attraversano la strada asfaltata che porta all’uliveto. Oggi bisogna abbattere, lo dice l’ordinanza del piano Silletti, che su questo terreno ha trovato tre alberi presunti infetti da Xylella fastidiosa. Lo avrebbero detto le analisi, che in realtà i contadini non hanno mai visto. Il proprietario di questo terreno ha deciso di dare esecuzione all’ordinanza di eradicazione, lui questi alberi li ha ereditati, qualcuno presenta qualche fronda secca. Dal sud leccese arriva anche la ditta che deve provvedere al taglio.
Ma qui non si eradica nulla. La voce fa il giro del paese, arrivano anche dalla provincia di Lecce. Si forma un blocco di centinaia di manifestanti che impediscono pacificamente di tagliare. È pieno di forze dell’ordine, dalla polizia, ai carabinieri, forestale, guardia di finanza. C’è di tutto.
I manifestanti fanno notare alla polizia che cerca di prendere in mano la situazione per eseguire l’ordinanza, che c’è un difetto di adempimenti del piano Silletti. Si fa notare che il proprietario non ha affisso i cartelli che indicano che la zona è stata trattata con pesticidi. Il piano prevede proprio che qualche giorno prima dell’eradicazione ci siano un trattamento e che questo deve essere poi indicato. Ma su questi alberi non c’è nulla.
Qualche contadino più esperto ci mostra che uno degli alberi, che secondo i tecnici sarebbe malato, ha solo qualche ramo secco, e che è stata trascurata la potatura. Niente più. Loro non vogliono tagliare questo patrimonio. Vogliono provare a curarlo. Come si faceva in passato.
Ma in questa vicenda che ha tante falle, tra cui la difficoltà di dimostrare scientificamente la correlazione tra il disseccamento degli ulivi del Salento e la presenza della Xylella, a Torchiarolo c’è anche una grande contraddizione. E’ di pochi giorni fa l’ordinanza del direttore dell’Arpa Puglia Giorgio Assennato che vieta l’accensione dei camini delle case e delle attività commerciali contro l’inquinamento dell’aria, il piano Silletti invece prevede che una volta eradicati gli alberi, bisogna bruciare i rami e le foglie sui terreni.
E’ il caso che qualcuno si metta d’accordo.
Lucia Portolano
CONTINUATE SENZA SOSTA PROTEGGERE QUESTO VOSTRO PATRIMONIO CHE POI E’ DI TUTTI. SAPPIATE DIMOSTRARE CON CAPACITA’ E COMPETENZA LA VOSTRA RAGIONE. MAI ARRENDERSI DI FRONTE A QUESTI FOLLI PROGETTI DI DISTRUZIONE. GRAZIE DEL VOSTRO CORAGGIO E IMPEGNO. MARIUCCIA
Trovo assurdo questo accanimento contro gli ulivi secolari del Salento, vanno curati gli ulivi sono un patrimonio da salvaguardare, in tutto questo c è un disegno ben preciso, quello di distruggere la campagna e l’economia Salentina, la verità verrà a galla. Sono pienamente d’accordo con chi è in difesa degli ulivi e del Salento. Anche io sono preoccupato in quanto proprietario di un uliveto nel Comune di Manduria…
Per me Silletti è un incompetente; l’ulivo, come ogni pianta, è un essere vivente, qualsiasi essere vivente quando si ammala va curato e non ammazzato- Ma ci vuole proprio tanto a capire questo? Qunado c’era la peste, le persone malate venivano curate e non ammazzate- Questo in atto è un vero e proprio sabotaggio nei confronti del Salento-