BRINDISI – Si definiscono “Un gruppo di operatori inesistenti”, perché così si sentono. Professionalizzati eppure inesistenti per l’Ambito territoriale. A sentirsi penalizzate, un gruppo di lavoratrici della “Cooperativa Progresso e Lavoro 93” e “San Bernardo”, ex gestori del servizio di integrazione scolastica per il comune di Brindisi. Per la loro mansione, non ci sono mai fondi: una realtà che lede la loro professionalità e che si ripercuote sui più deboli, mettendoli anche a rischio. E hanno denunciato questa drammatica situazione in una lettera alle organizzazioni sindacali, al sindaco di Brindisi Consales, ai Servizi sociali e all’opinione pubblica.
“Abbiamo prestato servizio presso le stesse cooperative, chi per un anno, chi per 2 ed anche più tempo – dichiarano le lavoratrici – Siamo diplomate, alcune anche laureate e nel corso di questi anni abbiamo conseguito, oltre che all’esperienza e la professionalità, attestati vari e siamo state regolarmente retribuite dalle Cooperative con i fondi del Comune. Molte di noi, grazie proprio al nostro rapporto di lavoro con le Cooperative, sono state ammesse alla formazione e inserite previa domanda, nei corsi di riqualificazione OSS Operatore Socio Sanitario regionali che sono in fase di ultimazione.”
Eppure … “Eppure l’Ambito territoriale non ci conosce, siamo inesistenti e nessuno ci riconosce il diritto al lavoro, anche come supplenti. Se ci sarà bisogno e bisogno ce ne sarà, chi chiameranno per le sostituzioni, noi!?”
Una continua umiliazione, per le assistenti, sentirsi dire che non si sono fondi né per sé né per quei bambini e quei ragazzi che già vivono in situazioni di difficoltà. “Di casi di ragazzini e bambini che lottano per vivere una vita quanto più normale – se si può usare questo termine- ce se sono sempre di più – dichiarano le assistenti – Quest’anno si sono registrati 29 casi in più rispetto a quelli dell’anno scolastico precedente, ma l’appalto ha previsto 400mila euro in meno, quindi più casi da gestire con meno risorse e meno personale.”
E con fondi minori, capita che quando gli assistenti vengono chiamati a lavorare, devono occuparsi di due o più utenti contemporaneamente, creando diversi disagi a coloro che vengono seguiti.
“Di chi sarà la responsabilità se ad un utente, lasciato solo per assisterne un altro, succederà qualcosa? Chi risponderà – si chiedono le assistenti – a quei genitori di eventuali danni al proprio figlio o figlia?”
Foto di repertorio
A.P.
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