ROMA- “Insussistenza delle esigenze cautelari” e la Corte di Cassazione scarcera l’imprenditore leccese Tommaso Ricchiuto e il collaboratore della Igeco Bruno Alfredo Bruno implicati nella bufera giudiziaria che ha coinvolto il sindaco di Cellino San Marco Francesco Cascione e quattro suoi assessori, oltre all’ex segretario cittadino del Pdl. Ricchiuto titolare della Igeco, insieme a Bruno Alfredo Bruno erano ai domiciliari dal 10 aprile scorso, giorno in cui scattò il blitz che ha portato all’arresto del primo cittadino e della sua giunta, quasi tutta. Il Riesame aveva rigettata l’istanza di scarcerazione, ma il legale dell’imprenditore ha presentato ricorso in Cassazione, che ha cancellato la precedente sentenza senza alcun rinvio. Secondo la suprema corte vi è l’insussistenza delle esigenze cautelari. Ora si attendono le motivazioni.
I reati contestati agli indagati sono a vario titolo di associazione per delinquere, peculato, corruzione, turbata libertà degli incanti e calunnia. Per l’imprenditore si contesta un’ipotesi di corruzione, secondo la ricostruzione dell’accusa l’Igeco che si occupa della raccolta rifiuti a Cellino avrebbe consegnato 20 mila euro al sindaco. Tesi da dimostrare in fase processuale.
Intanto il sindaco Cascione, noto avvocato penalista della provincia, dopo l’arresto ha collaborato con i magistrati ed ha chiesto il patteggiamento. Il suo Comune è stato sciolto con decreto del ministro dell’Interno per infiltrazioni mafiose. Cellino San Marco il 15 novembre prossimo torna alle urne.
BrindisiOggi
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