Stato di salute: i dati ci sono sempre stati, ma serve uno studio di coorte, resta assente la politica

BRINDISI- Esperti a confronto. Medici e ricercatori  intrecciano i loro dati sul caso Brindisi. Parti scientifiche diverse che in alcuni casi non trovano condivisione. Il confronto è avvenuto oggi durante il convegno organizzato dal Centro Salute Ambiente Puglia e la Asl di Brindisi che hanno snocciolato la relazione sullo stato di salute dei brindisini, con il danno sanitario e nuovi studi in corso. Intorno allo stesso tavolo Asl, Arpa, Cnr ed anche un rappresentante di Enel, che ha Brindisi ha installato la più grande centrale termoelettrica d’Europa.

E’ stato descritto il quadro della situazione negli anni 2006-2008, 2008-2011 secondo i dati raccolti dall’Unità statistica e Epidemiologica dell’Asl di Brindisi, guidata da Giuseppe Spagnolo. Dati che ha assicurato il direttore generale dell’azienda sanitaria Pasqualone saranno pubblicati con aggiornamenti ogni anno. Una promessa ad una comunità che da anni rivendica di sapere come stanno le cose e finalmente arriva qualche risposta, anche se in realtà la Asl i dati li aveva già da tempo. Ma ogni direzione sanitaria ha inteso assumere proprie politiche.

Lo studio epidemiologico ha incrociato i numeri che riguardano la mortalità nei diversi comuni, i dati sull’ospedalizzazione, sulle patologie. Ciò che ne viene fuori in realtà non è una novità, almeno così dicono gli esperti. E’ emerso che nei quattro comuni considerati area a rischio perché confinanti con l’area industriale come Brindisi, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, e Cellino San Marco vi è un eccesso di mortalità per malattie polmonari croniche e neoplasia. Si tratta di numeri inquadrati nell’ambito regionale. “Ci troviamo con dati in linea con conoscenze storiche- spiega il relatore Giuseppe Spagnolo- il problema era e resta l’individuazione delle situazioni che incidono su questo fattore”.

Nelle conclusioni della relazione si legge: “Riferimento al periodo 2006- 2013. Nell’area provinciale si riscontrano eccessi di ospedalizzazione in entrambi i sessi per le malattie ischemiche acute, cerebrovascolari, dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente e dell’apparato urinario. Nell’area a rischio si ritrova un eccesso di ricoveri per tutti i tumori maligni, tumore dell’esofago, tumore polmonare, malattie ischemiche acute, cerebrovascolari, dell’apparato respiratorio e malattie epatiche croniche e cirrosi in entrambi i sessi; per gli uomini si registrano eccessi per i tumori della vescica, del rene, pneumoconiosi e nefrite, mentre per le donne si evidenzia un eccesso per i ricoveri per tutte le cause naturali, per tumore dell’utero, della mammella, della ghiandola tiroidea, per malattie del sistema circolatorio e dell’apparato digerente. Per il comune di Brindisi si osservano eccessi in entrambi i sessi per tutti i tumori maligni, per quelli dell’esofago, per malattie ischemiche acute, cerebrovascolari, malattie polmonari cronico ostruttive, asma, malattie epatiche croniche e cirrosi e nefrite; negli uomini in eccesso tumore del rene e del tessuto linfatico ed emopoietico, pneumoconiosi e malattie dell’apparato urinario; nelle donne per tumore del polmone, della mammella, dell’utero, della tiroide, per malattie del sistema circolatorio, dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente.”

Insomma ancora una volta si tratta di studi che hanno un limite quello di non dimostrare da cosa dipendono. “Fondamentale sarà lo studio di coorte residenziale- spiega ancora Spagnolo- così da capire se a Bozzano,che si trova sotto l’insediamento industriale, si muore di più rispetto al Casale o viceversa.”

I dati di questo studio potrebbero arrivare a gennaio prossimo, “circoscrivendo i casi nelle diverse aree, la situazione potrebbe essere più chiara”. Lo studio di coorte è infatti quello che da anni invocano da Medicina Democratica con il medico Maurizio Portaluri.

Ma la questione è anche un’altra, quella del rischio accettabile. Quella della morte accettabile. Perché se è vero che gli inquinanti sono nei limiti di legge e anche vero che una quantità finisce comunque nell’aria. Ma qual’è la morte accettabile? Cioè il numero accettabile di morti per poter stabilire il limite di inquinanti? E quindi andrebbero rivisitati quei valori.

E’ a questo punto che i medici escono di scena ed entra la politica, quelli che devono decidere. Ma oggi al grande convegno c’erano solo due parlamentari, una di Brindisi e l’altro di Lecce, gli onorevoli Elisa Mariano e Capone, come consigliere regionale c’era solo Bozzetti del Movimento 5Stelle. La Regione non si è proprio presentata.

Per la relazione integrale http://www.sanita.puglia.it/portal/page/portal/SAUSSC/Aziende%20Sanitarie/ASL/ASL%20Brindisi/Documenti/Documenti/RSS_ASLBR_2015.pdf

Lucia Portolano

2 Commenti

  1. Care Amiche di BO, le cose non stanno proprio come dice il vostro articolo. Perché ci sarebbe bisogno di uno studio di coorte? per prendere quale decisione? C’erano pochi politici in sala, il Sindaco Consales é andato via a meta convegno. Peccato perché un nodo emerso dal convegno é che la politica e la scienza hanno obiettivi diversi e che decisioni di tutela della salute pubblica si devono già prendere. Per esempio é emerso chiaramente che i più a rischio sono i lavoratori. Perché lasciare che lo spesal da anni effettui i suoi controlli con soli due tecnici e due medici? Non é questa istigazioni a violare le norme di sicurezza? Enel da par suo si é sforzata di dire che le sue emissioni sono pochi punti percentuali delle particelle in atmosfera. E che il suo cromo non è tutto cancerogeno. Ma il problema non é quello! 30 morti all’anno nel Salento sono meno dell’1% dei morti totali. Poi ci sono quelli delle altre fonti industriali. Piuttosto non é anacronistico produrre energia in impianti di quelle dimensioni e con il carbone?

    • Caro dottor Portaluri mi pare che il nostro pezzo volesse dire in sintesi proprio quello che lei ha detto nei primi righi di questo suo commento. E cioè che a decidere deve essere la politica. Lo studio di coorte, che lei ha sempre sostenuto, almeno così ricordo, servirebbe a dare conferme e a circoscrivere il cerchio. Davanti al fatto compiuto la politica non potrà tirarsi indietro. Con stima Lucia Portolano

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