BRINDISI– “Donne del sud, le protagoniste della nuova Europa”, questo il titolo dell’iniziativa che si terrà venerdì 11 settembre a Brindisi alle ore 18,30 presso il salone del museo provinciale archeologico Ribezzo. L’evento si inserisce nella seconda edizione di Voci mediterranee- rassegna di cultura europea “Simboli, storia, personaggi del sud che salverà l’Europa”, organizzata dalla Comunità Ellenica del Grande Salento.
Un momento di confronto tra varie esperienze che vedono donne protagoniste in diversi settori: dalla cultura alla scuola, dall’imprenditoria all’immigrazione, dal volontariato alle rivalutazioni delle nostre tradizioni. Un mondo attivo in movimento quello delle donne del sud che negli anni ha portato alla crescita di territori e delle comunità. Si parlerà di lavoro, di cultura, scuole e tradizioni, ma anche di realtà difficili: di “bordelli” ancora esistenti e di povertà.
L’iniziativa vedrà gli interventi di Ida Riccardo (Funzionario Beni Culturali Matera), Vanda Gatti(ambasciatrice italiana associazione One-Bruxelles alle Nazioni Unite), Margherita Notarnicola (psicologa volontaria Kenda onlus progetti con donne palestinesi e volontaria nel ghetto Rignano), Angela Citiolo (dirigente scolastico della scuola europea a Brindisi), Sonia Rubini (direttore Cna Brindisi), Stefania Cosi (presidente associazione Soniboni Officine culturali Lecce).
Introduce Marina Suma ( organizzatrice dell’evento associazione Donne per Brindisi), modera Lucia Portolano, direttore del giornale BrindisiOggi.it.
Ci saranno i saluti di Ioannis Davilis, presidente della Comunità Ellenica del Grande Salento, Emilia Mannozzi, direttrice museo archeologico Ribezzo e Fernanda Prete, dirigente amministrativo della Provincia di Brindisi.
Durante la serata saranno recitate alcune poesia della professore Clelia Esposito.
BrindisiOggi
Una iniziativa encomiabile e quanto mai interessante. Per cui mi sento di suggerire, come si suol dire oggi, lo spunto per un civile ed interessante dibattito: le condizioni di vita ,il livello di emancipazione e la parità di diritti delle donne nelle comunità islamiche. O forse ho toccato un nervetto scoperto, di quelli che è meglio far finta di non vedere per mantenersi in un ambito di “politically correct”?