Il vettore Ryanair ha inaugurato dall’aeroporto di Brindisi la linea con Perugia, aprendo così le porte all’Italia centrale, fatta di borghi antichi ricchi e vivi, storia dell’arte e eccellenze enogastronomiche.
I ritmi di lavoro sono ormai tornati ad essere quelli stressanti di sempre, ben lontani dalle ferie, che molti hanno speso sulle spiagge affollatissime del Salento.
Per molti di essi, è già tempo di una breve fuga. Un weekend, anche lungo, da spendere in luoghi rilassanti, che sanno offrire un ampio spettro di opportunità per chi le sceglie. Tra le mete più suggestive, si meritano un posto Toscana e Umbria, già scelte da un turismo ampiamente diffuso da nomi noti del panorama musicale, ma attenzione: il vero paradiso, qui, è nascosto tra l’entroterra senese e la provincia perugina che si incontrano tra gli Appennini.
La Val d’Orcia con le sue crete, la Valdichiana Senese con i suoi prodotti, l’Umbria dei borghi e delle distese infinite di verde. Uno spettacolo da non perdere, specialmente se tra le vostre passioni trovano spazio una cultura enogastronomica d’eccellenza e la ricerca del benessere e del vivere in modo sano, con lentezza.
Il vostro viaggio potrebbe partire dalla Toscana, e precisamente da San Casciano dei Bagni, meno di 1700 abitanti e un panorama mozzafiato, arricchito dalla presenza di terme pubbliche, accessibili da tutti, e private di prestigio, come Fonteverde. Proprio le terme, in ogni loro declinazione, rappresentano il carattere distintivo di Chianciano, che ha deciso di oscillare tra tecniche tradizionali di cura termali e nuovi percorsi dedicati all’importanza della riscoperta dei 5 sensi.
Per i più golosi, questa zona è l’ideale per abbandonarsi ai piaceri della buona tavola: i pici (pasta lunga fatta in casa), le carni di Chianina e di maiale di cinta senese sono da degustare, sguardo all’orizzonte, seduti in una tipica fattoria della mezzadria, sovrastati da una originale casa contadina. A Sinalunga come a Montepulciano, dove perdersi nel cuore del percorso di 9 comuni della Strada del Vino Nobile, che rende questo territorio una vera chicca per gli amanti del vivere lentamente, dedicandosi alle proprie passioni.
E se tra di esse c’è la storia dell’arte, non possono mancare delle tappe a Chiusi, con il suo Museo Civico ricco di testimonianze e percorsi anche per i più piccoli. O a Sarteano, patria della tomba etrusca “Quadriga Infernale”, conosciuta in tutto il mondo per la sua ricchezza di varietà cromatiche e per i misteri che ancora la avvolgono. A Cetona, per il suo museo dedicato all’Archeologia, che conserva tracce evidenti di un passato tutto da scoprire.
A Trequanda e Torrita di Siena, dove il tempo sembra essersi fermato e i luoghi conservano intatti il loro fascino, austero e rigoroso, nelle facciate delle chiese e delle abitazioni, inerpicate per le vie dei borghi. Infine, una tappa conclusiva a Chianciano, al Museo delle Acque, dove vivono i canopi, urne funerarie dalle sembianze umane usate per contenere le viscere dei morti.
Bastano pochi chilometri, partendo da questi luoghi, per varcare il confine regionale e giungere in Umbria. Non il versante noto per i luoghi di culto di San Francesco, bensì le terre note per aver dato i natali al Perugino: Città della Pieve.
Conosciuta perché scelto come set per una conosciuta fiction, Città della Pieve non ha nulla da invidiare alle grandi mete turistiche: accoglienza, disponibilità e opportunità qui non mancano.
Dalle degustazioni di prodotti a base di pregiato zafferano del posto, si passa alla visita del teatro degli Avvaloranti, tra i più piccoli d’Italia e nel mondo e, infine, alla scoperta della città sotterranea, passando per le opere, disseminate sul territorio cittadino, di Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino. Nella terra che gli ha dato i natali nel 1482, si possono ancora ammirare le tracce della sua esistenza a Città della Pieve, anche solo osservando il paesaggio: il Perugino, infatti, amava dipingere episodi storici inserendoli nel contesto naturale del luogo. L’allievo di Raffaello ha lasciato le sue opere affrescate nelle chiese del luogo e non solo: a Panicale, un suggestivo “Martirio di San Sebastiano” arricchisce una piccola chiesa dedicata al santo.
Proprio qui, in una terra nascosta tra la vallata del lago Trasimeno e la valle del fiume Nestore, è nata una particolare tecnica di ricamo, definita “ars panicalensis”, grazie alla signora Anita Belleschi Grifoni, che rivoluzionò il concetto di ricamo sul tulle di Panicale. Un’arte che si rischiava di perdere, se non fosse nato un attivissimo movimento di donne e uomini che si riuniscono per dar vita a creazioni di enorme valore artistico.
Rinomato, in zona, anche il Museo del vetro di Piegaro, in cui si snoda un percorso tra le vecchie fornaci e le tradizionali tecniche di rivestimento dei prodotti in vetro, affidato alla maestria e alla professionalità delle ultime donne capaci di farlo rimaste in zona.
L’Umbria è una terra adatta a staccare la spina con il mondo e cercare di riappropriarsi di sé e dei propri spazi, con uno sguardo al passato: a Paciano, altro piccolo borgo, una Banca della Memoria regala ai bambini e agli adulti diversi percorsi di conoscenza di antiche tecniche di produzione di manufatti e occasioni di crescita.
Un ultimo assaggio di storia, infine, a Castiglione del Lago, sul Trasimeno. Una visita a Palazzo della Corgna e alla Rocca del Leone, che sovrasta il lago, non potranno che chiudere in bellezza un lungo weekend dedicato alla riscoperta di uno degli angoli più suggestivi dell’Italia centrale.
Agnese Poci
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