BRINDISI- Mantiene il primato in Puglia, e anche quest’anno si aggiudica il primo posto come comune nel quale ci sono stati maggiori sforamenti di Pm10. Lo dicono i dati dell’Arpa pubblicati dal primo gennaio 2015 al 20 agosto scorso. Torchiarolo resta il comune pugliese dove le centraline che misurano le polveri sottili hanno superato più volte i limiti previsti dalla legge. Ben 29 volte in sette mesi, per quanto riguarda via Don Minzoni, segue quella di via Fani con 9 sforamenti e 3 per la centralina di Lendinuso (marina di Torchiarolo).
Nella mappa provinciale troviamo seconda a Torchiarolo Mesagne con 10 superamenti della soglia massima, 10 sforamenti anche per la centralina del quartiere Perrino a Brindisi (zona confinante con la zona industriale), poi c’è San Pancrazio con 9 superamenti e San Pietro Vernotico con 8. Ma tutti ben lontani dai valori del paese a sud della provincia di Brindisi.
Da uno studio presentato qualche anno fa da Arpa ed Enel, proprietaria della vicina centrale termoelettrica di Cerano, gli sforamenti di Torchiarolo sarebbero causati dalla presenza dei tanti caminetti accesi, quelli delle case e delle panetterie. Insomma a causa l’inquinamento sarebbero gli antichi focolari. In realtà la questione è tuttora aperta. La Regione Puglia ha imposto al Comune di Torchiarolo di far installare dei particolari filtri agli 800 camini domestici e alle attività commerciali, stanziando un finanziamento di 40 mila euro. Una cifra irrisoria se solo si pensa che ogni filtro costa circa 2000 euro. Un filtro costruito solo da una azienda svizzera, che dovrebbero portarli ed installarli, a questo si aggiunge che funzionano ad energia elettrica.
Una storia che ormai va avanti da anni, con ricorsi e contro ricorsi. Intanto l’aria resta contaminata e non si trova una soluzione. Eppure di comuni dove ancora esiste la tradizione dei caminetti e nelle province pugliesi ce ne sono davvero tanti, nel barese così come nel leccese. Ma sforamenti così numerosi si registrano solo a Torchiarolo.
Lucia Portolano
Credo che una spiegazione scientifica ci sarà senz’altro, solo che non la si vuole dare perchè gli interessi economici di pochi prevalicano sulla salute della popolazione. Forse potrebbe essere che a causa di un vento dominante nella maggior parte dell’anno, i fumi di una ipotetica centrale a carbone vanno a terminare il viaggio nell’aria proprio sull’abitato di Torchiarolo e vicinanze? Forse, ma prendete tutto ciò al pari di una storiella di una favola…tanto, quando si scoprirà il motivo, in molti saremo morti ed ammalati (scongiuri a parte), ed i colpevoli saranno anch’essi scomparsi o impunibili. Mi sembra di rivivere altre situazioni analoghe accadute in Italia…