TORRE LAPILLO –Annegamento a Torre Lapillo, il racconto di un testimone: “Il 118 non rispondeva”.
Un’intera spiaggia si è mobilitata per salvare la vita a Arturo Conte, l’uomo di 75 anni di San Pancrazio Salentino che questa mattina è morto in un tratto di spiaggia libera al confine con il lido Oasis, a Torre Lapillo. A capire che qualcosa non andava, il figlio, che ha soccorso il padre insieme ad altri bagnanti.
Una corsa contro il tempo non senza difficoltà. A raccontarlo è una donna presente sulla spiaggia libera nei momenti di paura per la vita dell’uomo.
“Appena abbiamo capito cosa stesse succedendo, abbiamo cercato con altri spiaggianti di intervenire e dare una mano – racconta la donna – Ci siamo attivati subito per cercare sul posto un medico, così abbiamo cominciato a scappare da un lido ad un altro per trovare qualcuno che potesse fornire assistenza medica di pronto soccorso.”
La notizia si è così diffusa da uno stabilimento ad un altro, creando non poco movimento di gente verso la spiaggia libera dove Conte lottava tra la vita e la morte. “In molti sono giunti per curiosità, ma molti di più hanno chiesto se potevano essere d’aiuto: di certo, chi non aveva competenze mediche, come me, non ha potuto far altro che chiamare il 118. O almeno, provare a farlo.”
Infatti, in molti hanno avuto difficoltà a mettersi in contatto con il numero di intervento di primo soccorso. “Molti di noi hanno composto il 118, non avendo risposte. Alcuni, hanno provato a mettersi in contatto con il pronto soccorso tramite il 112. Addirittura, una signora, che era riuscita a contattare il 118, si è sentita dire che doveva chiamare direttamente a Taranto.”
Intanto, i minuti trascorrevano e le speranze per l’uomo di farcela diventavano sempre minori.
“Quando finalmente un’autoambulanza è partita, alcuni miei vicini di ombrellone sono andati ad accogliere l’ambulanza sul ciglio della strada per accorciare i tempi e indicare loro il tratto esatto di costa dove l’uomo era in attesa di soccorsi.”
All’arrivo dell’ambulanza, un medico e un’infermiera del ospedale Perrino, lì in vacanza, stavano prestando i primi soccorsi ad Arturo Conte, che presumibilmente è stato colto da un malore in acqua. “C’era chi gli alzava le gambe, gli è stato praticato il massaggio cardiaco e afferrato la lingua per evitare che soffocasse”
Tutti i tentativi sono stati vani. “Io mi sono allontanata ad un certo punto, ero con mio figlio piccolo che per fortuna non ha compreso la gravità del momento. Da quando ho saputo che quell’uomo non ce l’ha fatta, sto male. Forse senza quei rallentamenti nel contattare il 118, si sarebbe potuto salvare.”
Agnese Poci
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