BRINDISI- Arrivano a Sant’Apollinare a bordo di un pattugliatore inglese, di navi ne hanno cambiate almeno tre oltre al barcone dal quale sono stati salvati. Sono stati recuperati nelle acque internazionali vicino al canale di Sicilia, 200 sono stati lasciati a Crotone, altri 100 portati a Brindisi e 60 sono finiti su un pattugliatore della Marina militare italiana. Nell’accordo siglato i paesi europei mettono a disposizioni i mezzi poi il coordinamento avviene attraverso l’operazione Frontex.
La nave ha attraccato intorno alle 18,15 sono tutti uomini, con quattrominori. Per la maggior parte di nazionalità eritrea. Stanno bene, solo due da un primo controllo a bordo, è emerso hanno la scabbia. E sono i primi che vengono fatti scendere per avere tutte le cure del caso. Sono stipati sui due ponti della nave, tutti con il giubbotto di salvataggio, l’arancio spicca ancor di più sul colore scuro della loro pelle, ormai da troppo tempo al sole. Scendono spaesati, ascoltano gli ordini dei loro soccorritori. Ci sono anche dei ragazzini, possono avere massimo 16 anni, anche 15. Lo si vede dai loro occhi, dal loro sguardo.
Sul molo del porto di Brindisi dispiegate tutte le forze dell’ordine, compresi i vigili del fuoco, la Croce Rossa italiana e la Protezione civile. Nel capannone Montecatini è stato allestito un presidio medico, verranno sottoposti a dei controlli sanitari, poi ci sarà l’identificazione. A lavoro gli agenti della Squadra mobile e dell’ufficio Immigrazione per raccogliere elementi utili in questo ennesimo viaggio della speranza. Forse qualcuno racconterà come sono andate realmente le cose. Questa fuga da un terra martoriata dalla guerra per cercare un paese in cui poter vivere senza temere di morire. Chiedono tutti asilo politico. Solo 19 saranno portati al centro di Restinco, gli altri Foggia, altri ancora nel nord Italia.
Lucia Portolano
Foto Gianni Di Campi
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