ROMA- Gli esperti epidemiologici dell’IFC-CNR ed i fisici dell’ambiente dell’ISAC-CNR autori dell’ultimo studio sulla centrale di Cerano saranno ascoltati questo pomeriggio in audizione dalla 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica a Roma.
Alle 14.30 saranno esaminate le problematiche relative alla centrale Enel di Cerano (Brindisi)” nell’ambito della Indagine Conoscitiva Inquinamento ambientale.
I ricercatori Emilio Gianicolo dell’IFC-CNR ed Cristina Mangia e Marco Cervino dell’ISAC-CNR, relazioneranno sul loro articolo scientifico “Secondary particulate matter originating from an industrial source and its impact on population health” (Impatto sulla salute della popolazione del particolato secondario originato da una sorgente industriale).
Lo studio ha destato molta attenzione perchè, mediante modelli di dispersione ambientale ed utilizzando come caso di studio le emissioni autodichiarate della centrale Enel di Brindisi-Cerano, si sono stimati, in diversi scenari da 19 a 44 morti all’anno su una popolazione di 1,2 milioni di abitanti esposta nelle tre province salentine (Brindisi, Lecce e Taranto). La stima di impatto, dicono, non appare totalmente dissimile da quella formulata in modo ancora speditivo dall’ARPA Puglia sullo stesso impianto che parla di 3 decessi su 100mila abitanti ma che non valuta il particolato secondario, quello in grado di coinvolgere popolazioni anche molto lontane dalla sorgente.
Gli autori, ricercatori pubblici del CNR, sono stati giudicati dal direttore generale dell’ARPA “scientificamente impeccabili”, ed il loro studio valutato positivamente in un dibattito interno dell’Associazione Italiana di Epidemiologia.
Gli stessi autori, riferisce l’associazione Salute Pubblica, avevano pubblicato qualche anno fa uno studio sulle malformazioni neonatali nel Comune di Brindisi registrando 194 casi di neonati dimessi con una diagnosi di anomalia congenita, con un incremento di circa il 17% rispetto all’atteso rappresentato dal pool dei registri europei. Erano inoltre, 83 i casi di neonati con una anomalia congenita del cuore, con un incremento del 49% rispetto all’atteso (Gianicolo et al., 2012). Associando una misura di esposizione materna a polveri totali sospese e ad SO2 nelle settimane di gravidanza dalla terza all’ottava, che sono le settimane durante le quali si ipotizza che il feto sia maggiormente suscettibile ad insulti ambientali, gli stessi ricercatori hanno dimostrato un’associazione tra esposizione materna ad SO2 e malformazioni congenite e, in particolare, malformazioni cardiache e, tra queste, i difetti del setto ventricolare.
BrindisiOggi
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