INTERVENTO/Le notizie apparse in merito alla volontà del Consorzio ASI di delocalizzare l’impianto di produzione del CSS della A2A, appaiono, per come riportate, del tutto contraddittorie e confuse.
Si rileva infatti, un’incongruenza fra la evidenziata certezza, da parte del Presidente Rollo, che la centrale Edipower (A2A) di Brindisi Nord, non potrà avere dal Ministero dell’Ambiente l’autorizzazione alla modifica dell’AIA con la co-combustione del CSS prodotto e la volontà dell’ASI di proporre la realizzazione dell’impianto di CSS in adiacenza all’area del petrolchimico.
In una procedura amministrativa ed ambientale chiusa, con il diniego alla realizzazione dell’impianto della A2A e quindi con il giudizio di compatibilità ambientale “negativo” espresso dalla maggioranza degli Enti costituenti la Conferenza dei Servizi, che senso ha proporre la delocalizzazione dell’impianto in altro sito?
Mi chiedo poi come è possibile che la Provincia ed il Comune di Brindisi, soci di maggioranza del Consorzio ASI, esprimono parere “negativo sulla compatibilità ambientale” del progetto dell’A2A ed il Presidente Rollo insiste per trovare una soluzione di localizzazione alternativa?
Apparrebbe come se le volontà del Consorzio ASI si sovrapponessero a quelle di Enti elettivi, quali il Comune di Brindisi e la Provincia che, fra l’altro, ne hanno consentito l’elezione del Presidente.
Rammento che sul progetto A2A il parere del Consorzio ASI, se pur non ben articolato, era sostanzialmente negativo.
Il parere di compatibilità ambientale viene rilasciato sulla tipologia del progetto ed anche sulla localizzazione di questo e proprio in merito al progetto ed alla normativa regionale vigente sui rifiuti, vi sono state “osservazioni” che, nella sostanza, lo hanno reso incompatibile con l’ambiente.
In definitiva, il Presidente Rollo, con il massimo del rispetto, ritengo abbia le idee confuse in quanto propone un sito alternativo alla A2A per produrre CSS ma poi afferma che la centrale Brindisi Nord di Edipower (A2A) deve essere chiusa.
Riconosco, a Marcello Rollo grande volontà di attivare una governance diversa e più adeguata all’area industriale ma, credo che tale proposta sia realmente apodittica.
In merito poi alla c.d. “piattaforma logistica” che ASI prevede nella zona di retroportualità, comprendendo l’area di proprietà A2A, non mi risulta che gli strumenti urbanistici vigenti e non ancora approvati nel loro iter (vedi PUG), per l’ASI, il porto e la città, abbiano questa condivisione nella destinazione d’uso; infatti, le “osservazioni” presentate al Documento Programmatico Preliminare del PUG, si rileva proprio quella mancata “condivisione” alla quale il Presidente dell’ASI fa riferimento.
Inoltre, non mi risulta, ma posso sbagliare, che vi siano finanziamenti in atto per la “piattaforma logistica”.
Per ultimo ritengo sia giusto fornire una corretta informazione in merito alla convenzione del 1996 ed al fatto che, nel virgolettato il Presidente Rollo afferma che: “qualcuno si è assunto la responsabilità di non rispettare quel contratto” (D’Alema).
Va detto che, come suppongo, Il Presidente del Consorzio ASI stabilisce una correlazione fra il discutibile D.Lgs 79/1999 relativo a: “Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica” ed il non meglio identificato “Decreto D’Alema”, sottacendo che la decisione di non applicare la Convenzione del 1996 appartiene totalmente alla responsabilità politica locale, come è ben a conoscenza il Presidente dell’ASI, per il ruolo che all’epoca ricopriva.
Inoltre, evidentemente sfugge al Presidente che l’unico vero “Decreto sblocca centrali” è stato quello dei ministri Marzano/Tremonti del 2002; Ministri, se non erro, dello stesso centro destra nel quale militava il Presidente Rollo.
Dalle riconosciute capacità del Presidente Rollo ci aspettiamo ben altro che irrazionali ed incongruenti soluzioni che nulla hanno a che fare con la volontà degli Enti elettivamente costituiti e, di concerto, con la volontà dei Cittadini che desiderano una “qualità di vita” migliore, nel rispetto del lavoro di ciascuno.
prof. dott. Francesco Magno
Commenta per primo