BRINDISI– Partono i lavori di bonifica nell’area di Sbitri, litorale nord di Brindisi. Finalmente dopo anni d’attesa , lo scempio di detriti e sporcizia sarà eliminato. Dopo aver portato via l’amianto, il Comune di Brindisi sta provvedendo alla rimozione delle macerie, un lavoro affidato alla ditta “Di Luca Costruzioni” di Frosinone per una spesa di circa 400mila euro. La ditta avrà 122 giorni di tempo per eseguire i lavori che di fatto partono 8 gennaio e si dovrebbero concludere entro e non oltre il 31 marzo. In questi giorni intanto si sta provvedendo a mettere in sicurezza l’area ed al rifacimento della recinzione questo per agevolare le operazioni di raccolta dei rifiuti.” Quest’anno comincia bene- ha detto l’assessore all’Urbanistica ed alla Rigenerazione della Costa Pasquale Luperti– Noi puntiamo molto sul recupero della costa. Una volta che quest’area sarà bonificata si passerà alla piantumazione”.
In pratica per la riqualifazione di Sbitri il Comune ha pensato di piantare mirto, ginestra, vegetazione mediterranea affidando questo compito all’ARIF, Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali. La destinazione poi finale dell’area ancora non si sa. “Ci stiamo pensando- ha detto Luperti- certo è che la soluzione ideale sarebbe quella di fare un bando di gara ed affidarla all’inventiva dei privati. Siamo in una zona di mare. Si potrebbe creare una struttura per incentivare il turismo balneare”.
L’idea dell’assessore si sposerebbe così con quella che è la vocazione del territorio, peccato però che proprio quel tratto di litorale è classificato, secondo il piano delle coste stilato dalla regione Puglia, come PG3. In pratica in base allo studio sulle criticità delle falesie, l’area prospiciente Sbitri è ad alto rischio. Sino a quando sussiste il pericolo del crollo della falesia non vi sarà alcuna autorizzazione a costruire o impiantare attività sul litorale interessato. “Siamo consapevoli di questo problema.- ha detto l’assessore Luperti- troveremo una soluzione. Stiamo prendendo in considerazione la rimodulazione della falesia. Se si riuscisse a ridurre l’altezza, si ridurrebbe anche il rischio”.
Lucia Pezzuto
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