A cena sul porto a lume di candela: all’improvviso spunta una lunga tavolata sulla banchina

BRINDISI- Una lunga tavolata sulla banchina centrale del porto interno, sul mare. Una tavola imbandita a lume di candela con lo sfondo del monumento al marinaio, quando le luci riflettono nell’acqua e il molo è pieno di barche. Questa era Brindisi ieri sera, dopo i fuochi d’artificio e viale Regina Margherita piena di gente e di “marinai” pronti a salpare oggi per la Brindisi-Corfù. Qualcuno ha avuto un’idea molto originale, che potrebbe essere uno spunto anche per il futuro. Una lunga tavolata proprio sul molo con piatti di porcellana decorati e bicchieri in vetro, secchielli di ghiaccio  e tante prelibatezza. Nulla lasciato al caso. A cena c’era l’equipaggio di Moonshine una delle imbarcazioni protagoniste della regata con alcuni brindisini. Una cena per strada fatta in casa, o meglio in barca. Un  misto di eleganza, romanticismo e quel senso di vacanza che solo città a queste latitudini sanno dare.  E questa è una delle tante magie che Brindisi ha riservato in questi giorni ai turisti e ai suoi cittadini. Si spera che non sia solo un incantesimo, ma l’inizio per una città  che può puntare su se stessa.

BrindisiOggi

 

1 Commento

  1. Quando le cose finiscono a tarallucci e vino, siamo sempre molto contenti. Ci dà quel senso di libertà che da superchio sta passa a mancante. Però non è proprio oro quello che luccica. Perchè, se da un lato si plaude all’iniziativa molto ruspante, elegante quanto estemporanea, dall’altro bisognerà fare i conti con imitazioni ed emulazioni che potrebbero assumere connotati meno eleganti e ben più..terra terra. E l’incantesimo andrebbe a farsi benedire. Senza dimenticare che si tratta di occupazione di suolo pubblico (perciò da regolamentare) e concorrenza sleale (chiedere alle trattori in loco, please). Detto questo, che dire, sarebbe bello osservare famiglie con tovagghi a n’terra, tajeddi che girano da un gruppo all’altro, feddi ti muloni jaticati a mari (tipico sport locale nei tempi passati) e buttigli cu la cimara ti finucchio che passano ti vocca a vocca, col sottofondo tamburellante del drappeggiare delle vele allascate, alla banchina

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