Operato di tumore, dimesso dall’ospedale vive per strada: sit in dei Cobas

BRINDISI – Operato di tumore, dimesso dall’ospedale vive per strada: sit in dei Cobas.

“L’amministrazione comunale intervenga al più presto, non fosse altro per una questione di umanità”. Il Cobas Casa denuncia l’indifferenza dell’amministrazione comunale di Brindisi di fronte al caso di Maurizio Pochi. Una storia che potrebbe essere come altre, se non fosse che Maurizio è appena uscito dall’ospedale dopo essere stato operato per un tumore all’intestino. In queste gravi condizioni è stato costretto a tornare a vivere in mezzo alla strada e a dormire nei cartoni.

Una vicenda che non può lasciare impassibili.

Continua la lotta degli sfrattati di fronte al totale immobilismo dell’ufficio casa e dei servizi sociali. Per martedì 9 giugno, dalle 8, il sindacato Cobas settore casa ha organizzato un presidio di solidarietà antisfratto in via Gallipoli ,37.

Dopo il rinvio dello sfratto ottenuto il 21 maggio, alle 9 di martedì 9 giugno, si presenterà l’ufficiale giudiziario in via Gallipoli 37 ad esigere la restituzione dell’immobile per  consegnarlo al proprietario, lasciando le persone coinvolte in mezzo alla strada.

“Invitiamo tutti gli sfrattati, i cittadini sensibili, ad essere presenti a questo sit-in per continuare la lotta intrapresa nei mesi scorsi a difesa degli strati più deboli della popolazione.”

Ad essere coinvolti dallo sfratto è una coppia di anziani: il marito è stato protagonista negli ultimi mesi della lotta per la casa sotto il Comune ed in Prefettura e la moglie è gravemente malata.

“In quella occasione chiederemo al Tribunale di Brindisi, tramite l’ufficiale giudiziario, che la coppia di anziani abbia ancora del tempo utile a trovare una sistemazione. – ha dichiarato il sindacato casa – La coppia di anziani cerca da mesi una sistemazione alternativa ma ha  ricevuto tanti no da altri proprietari di case.” Il Cobas casa chiederà l’intervento del Prefetto di Brindisi a cui chiederà la requisizione delle case sfitte dei grossi proprietari.

I Cobas chiedono ancora  le dimissioni dell’assessore  Alfredo Sterpini. “Non si può restare  fermi di fronte a questa drammatica situazione: cittadini  che vanno a finire di nuovo in ospedale perché vivere nei cartoni è cosa impossibile; famiglie che  dormono nella macchina da mesi; famiglie che vivono  in un garage che non gli  consente addirittura di avere la residenza cosa che impedisce di poter fare l’Isee e mandare  i bimbi  all’asilo; famiglie con grosse difficoltà economiche ed in attesa di sfratto   che hanno fatto la domanda per avere una casa popolare da venti anni senza mai ricevere una risposta. – dichiara il Cobas – Manca addirittura la possibilità di avere a disposizione un gruppo di piccole case per l’emergenza relativa ai casi più gravi. I disoccupati aumentano vertiginosamente aumentando la schiera di chi non riesce a pagare l’affitto. Si parla nella nostra città di un totale di procedimenti per sfratti superiore a mille ,si parla di 1200.”

A questo si aggiunge che lo Iacp non costruisce una casa popolare da oltre 30 anni, mantenendo fuori da ogni possibilità di alloggio popolare i più poveri.

“Gli impegni del Comune di Brindisi a mettere in piedi una struttura comunale capace di essere alla altezza della situazione ci sembra ben lontana dall’arrivare. Le nuove regole  che dovevano vedere luce  dopo la gestione criminale degli ultimi anni , che  ha costretto tra l’altro  l’amministrazione comunale a portare le carte in Procura, ancora non si vedono. Basti pensare che l’ufficio “Patrimonio e Casa” non era informatizzato,  molto probabilmente perché controllare tra le scartoffie era un po’ difficile. Manca ancora una politica sulla casa, tutto deve essere ancora realizzato. Così come l’assessorato ai servizi sociali che non brilla per niente per il nuovo regolamento di sostegno al reddito.”

Agnese Poci

2 Commenti

  1. Giusto bisogna unici senza corrente di partito ma noi cittadini prendere in mano e risollevare questa merda x rendere credibile un futuro hai nostri Figli

  2. Non è e non deve essere un “caso di umanità”. E’ un caso sociale. La casa, un tetto, il luogo di ritrovo della famiglia non deve essere un traguardo da conquistare col lavoro e a colpi di mutuo. Deve essere un elemento naturale per l’uomo. La costruzione di alloggi deve far parte della politica sociale come la costruzione di strade, solo per fare un esempio. Siamo all’assurdo che per consentire alle auto un terreno sempre più veloce e capiente, si costruiscano strade che costano 5-6 mln/Km. Quanto il costo di circa 100 appartamenti di 50/60 mq. E’ assurdo, come la dignità della gente venga calpestata.
    Una rotatoria costa da 200 a 500.000 euro. Ma sono indispensabili, la casa no!

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