I laici al Vescovo: ” Vogliamo la verità, sia istituita una commissione d’inchiesta nella Chiesa di Brindisi”

BRINDISI- Il manifesto 4 ottobre, formato da un gruppo di laici che da anni nelle loro scelte di vita cercano di fare riferimento al Vangelo e alla Costituzione italiana, così si presentano in un comunicato stampa, lanciano una proposta all’Arcidiocesi di Brindisi- Ostuni dopo l’arresto del presunto prete pedofilo. Chiedono all’arcivesco monsignor Rocco Caliandro di istituire una commissione d’inchiesta nella sua diocesi dopo le notizie emerse nell’ordinanza del gip del tribunale di Brindisi Tea Verderosa. Dove si evidenzia un silenzio della Curia e alcune insinuazioni su altre parrocchie che fa direttamente il prete arrestato Don Giampiero Peschiulli, lasciando intravedere atteggiamenti poco consoni per chi svolge la funzione  di parroco. In ciò che è stato riferito da Don Giampiero in alcune telefonate intercettate non emergono elementi perseguibili a livello penale, ma si tratta di una questione morale che la Chiesa non può far finta di non vedere. Allusioni a questioni omosessuali all’interno di altre parrocchie, così come di esorcismo a pagamento.

 Il manifesto 4 ottobre scrive: “Se non cambia una nuova mentalità, una nuova sensibilità e una nuova prassi ecclesiale; se la sensibilità verso le vittime non porta alla creazione di ambienti sicuri per i minori; se da una parte si afferma che “i bambini hanno diritto a crescere in un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva” (card. Bagnasco, prolusione alla Cei del 20 maggio 2015) e dall’altra non si chiudono i seminari minori, anche secondo la richiesta formulata ufficialmente alla Santa sede il 5 febbraio 2014 a Ginevra dalla Commissione Onu per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza; se continua una cultura omofobica con l’aggravante della confusione, spesso voluta, tra pedofilia e omosessualità; se il tema-problema del celibato continua ad essere un tabù per gli stessi preti, questi eventi terribili non saranno serviti a nulla e potrebbero continuare.”

 Arriva così’ la loro proposta, così come già accaduto a Bressanone e a Verona per casi simile: “E’ intollerabile sapere che nella stessa diocesi un vescovo imboschi (quello “buono”, secondo l’arrestato) e il suo successore denunci, secondo quanto si apprende dalla stampa. Come è intollerabile per tutta una diocesi restare sotto l’ombra della minaccia “se parla lui…”. Essere inerti, lasciare passare la bufera, non prendere altre iniziative, oltre ad un breve comunicato stampa di incoraggiamento della comunità diocesana, significa far sprofondare sempre più nel baratro la chiesa brindisina. In Italia due diocesi, in seguito a denunce di pedofilia, che peraltro erano rimaste inascoltate per anni, hanno deciso di istituire una commissione d’inchiesta: Bressanone e Verona. Chiediamo all’Arcivescovo, in spirito di collaborazione, per il bene della chiesa tutta, se non sia opportuna una iniziativa similare anche per la nostra chiesa locale.”

BrindisiOggi

1 Commento

  1. Ritornate a fare i preti! Abbiate il barbaro coraggio di buttare al vento la vostra vocazione nel momento in cui vi macchierete di un simile delitto! Cristo ha detto “Lasciate che i bimbi vengano a me…..! Ma ha pure detto “..ogni cosa farete al più’ piccolo dei mie fratelli e’ come se…”
    Basterebbero queste frasi per far vergognare chi per anni ha abusato,chi si e’ nascosto dentro un abito talare per sfogare i propri vizi maniacali! VERGOGNA,VERGOGNA ,dovrebbero dimettersi tutti e chiedere scusa alla Chiesa,alla città’,alle famiglie…….!

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