Favorirono un latitante durante le ricerche, due arresti

SAN VITO DEI NORMANNI – Favorirono un latitante durante le ricerche, due arresti.

Avrebbero aiutato un latitante a nascondersi dalle ricerche delle Forze dell’Ordine, arrestati Cosimo Remitri, 24enne di San Vito dei Normanni, e Giuseppe Prete, 23enne di San Vito ma residente a Carovigno.

Ad eseguire l’ordinanza di custodia in carcere, emessa dal GIP di Lecce, sono stati i carabinieri del Nucleo REMITRI Cosimo PRETE GiuseppeInvestigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Brindisi.

I due sono ritenuti responsabili di favoreggiamento personale e ricettazione in relazione all’ipotesi di concorso esterno ad associazione mafiosa. I fatti riguarderebbero la latitanza di Andrea Romano, arrestato lo scorso 25 febbraio dagli stessi militari del Nucleo Investigativo poiché ritenuto responsabile dell’omicidio in concorso e del tentato omicidio in concorso ai danni rispettivamente di Cosimo e Luca Tedesco.

1 novembre del 2014: una sparatoria in piazza Raffaello al rione Sant’Elia di Brindisi provoca un morto ed un ferito. Le vittime sono padre e figlio, Cosimo Tedesco, 52 anni deceduto a causa delle ferite d’arma da fuoco, e Luca Tedesco, 32 anni, colpito alle gambe. Entrambi ricoverati all’ospedale Perrino di Brindisi. Intorno alle 12.30, pare che padre e figlio fossero andati a trovare un loro conoscente che abita proprio in piazza Raffaello nel codominio dinnanzi al quale è avvenuta la sparatoria. Dopo una discussione con dei soggetti non identificati, gli spari.

Le condizioni di Cosimo Tedesco apparvero sin da subito disperate. L’uomo, ricoverato nel reparto rianimazione, spirò poco dopo. Un delicato intervento chirurgico toccò a Luca Tedesco, il figlio di Cosimo, che riportò diverse ferite d’arma da fuoco alle gambe ed al torace.

Remitri e Prete, in sostanza, avrebbero favorito la latitanza di Romano, nascondendolo e quindi rendendolo irreperibile dalle ricerche dei militari.

Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti presso il carcere di Brindisi.

Agnese Poci

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