BRINDISI- Botta e risposta al vetriolo tra il sindaco Consales ed Antonio Flora. Dopo le accuse lanciate attraverso un quotidiano locale dal primo cittadino contro l’ex presidente del Brindisi reo, a suo dire, di “arrivare dove ci sono società in difficoltà, non tirare fuori un euro, per poi andare via”, Flora risponde con una nota.
“Io sono un agiato settantenne che nella sua vita ha conseguito due lauree, ha insegnato all’Università di Perugia, è stato amministratore di aziende con oltre 1000 dipendenti e un fatturato annuo di 200 milioni di euro e si vanta di non aver mai avuto a che fare in alcun modo con i Tribunali d’Italia.
Ho fatto il presidente di squadre di calcio per 15 anni, ricevendo, ovunque, al momento del mio distacco, rimpianti e concrete dimostrazioni di affetto e di stima e, solo nei tre campionati a Brindisi, ho sborsato, come risulta chiaramente dalle carte contabili della società, ben oltre € 600.000 .
Devo ricordare a Consales che, in occasione di un nostro incontro a palazzo
Nervegna (in presenza di numerosi testimoni), lo ho invitato a chiamare sul momento chi è venuto dopo di me nella carica di presidente a Barletta, Trani, Acquaviva delle Fonti e Fasano per chiedere in quali condizioni avessi lasciato le società nelle loro mani e per chiarire, una volta per tutte, questa leggenda metropolitana che egli continua a sbandierare, basandosi su incubi o sogni che fa soltanto lui o chi gli suggerisce queste bestialità.
Ebbene, il signor Consales non ha voluto che lo facessi, malgrado le mie sollecitazioni, esprimendo invece la sua speranza che restassi più a lungo possibile a gestire il calcio brindisino.
Oggi, mi paragona a tali Pupino e Galigani, due signori che non conosco, ma che attraverso fallimenti multipli e, credo, problematiche di altro tipo hanno segnato negativamente la storia del calcio di Brindisi.
Quindi, a proposito di cadute di stile, rimango senza parole quando ascolto le dichiarazioni su di me, da chi ha collezionato in tre anni vari avvisi di garanzia e un rinvio a giudizio per questioni assai sgradevoli, e che, solo per una somma di circostanze casuali, poggia il suo nobile fondoschiena sulla poltrona che è stata dell’onorevole Mennitti e che nella sua vita non mi risulta che abbia fatto altro se non il giornalista-cronista per un’emittente pugliese.
Quanto poi alla sua pervicace volontà di far fallire la s.s.d. Città di Brindisi, comprendo bene che non può essere gradito il mantenimento in vita di una mia creatura, i cui tifosi, alla festa di presentazione di quest’anno, lo hanno pesantemente e sonoramente contestato. Tanto più, sarebbe uno schiaffo agli appassionati di calcio e un caso unico nel panorama nazionale, caratterizzato da società gravate da debiti notevolissimi, contemplare il fallimento di una compagine calcistica con una debitoria risibile (meno di € 80.000 ).
Ritengo piu’ utile per tutti quindi, a mio sommesso avviso, che questo signore torni a occuparsi a tempo pieno dei gravi problemi che affliggono la città di Brindisi, continui a godersi lo spettacolo della serie A della pallacanestro brindisina, ci risparmi le sue dotte valutazioni calcistiche (squadra senza capo né coda, ricordate? ) e si tenga lontano il più possibile da persone che hanno una storia, un’immagine, uno spessore morale che non può essere scalfito da un qualunquismo, che definire d’accatto, sarebbe assai benevolo”.
BrindisiOggi
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