Tentata rapina in un bar, sequestrato il titolare che resta ferito: 3 arresti

MESAGNE – Tentata rapina aggravata, lesioni personali dolose e aggravate, sequestro di persona, danneggiamento, possesso e porto di arnesi atti allo scasso, oltre a tentata estorsione. Questi i capi d’accusa cui dovranno rispondere tre giovani mesagnesi fermati dagli agenti del commissariato di Polizia di Mesagne nella scorsa nottata. Si tratta di Danilo Zuccaro (25 anni), Giovanni Livieri (31 anni ) e Marco Gravina (23 anni), tutti di Mesagne e già noti alle forze dell’ordine.

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Il bar preso di mira dai tre mesagnesi

Per capire i fatti, bisogna partire da ciò che è successo ieri sera (13 maggio) intorno alle 22. Siano in via Tenente Roberto Antonucci, anche nota come la via che conduce a San Vito dei Normanni. Nel “Silver Moon”, bar tabaccheria di Crystall Carovigno, 43 anni, sono pochi i clienti. Ad un certo punto, entrano Danilo Zuccaro e Giovanni Livieri. La loro è una richiesta inconsueta: “Dacci 400 euro o ci vedrai costretti a tornare, non costringerci”.

L’uomo si rifiuta di piegare la testa dinanzi a quel “prestito a titolo d’amicizia” che i due gli avevano chiesto. Zuccaro e Livieri vanno via, ma ciò che non si sarebbe aspettato il proprietario del bar è ciò che sarebbe successo dopo.

Ore 00.30. Come d’abitudine, il titolare della tabaccheria sta per chiudere la sua attività. I tre ragazzi (Zuccaro e Livieri cui si è aggiunto Marco Gravina) entrano nel locale, non prima di aver posizionato un alto posacenere nascosto dalla vetrata del locale per lasciarsi così una via di fuga.

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Crystall Carovigno, titolare del bar

Col volto travisato da passamontagna, i tre entrano nel locale, trascinano Carovigno verso l’interno e lo costringono su una sedia e a restare immobile. Il telefono squilla: è la moglie di Carovigno, che non vedendo arrivare la consueta foto su Whatsapp dal marito per la chiusura dell’attività si sta allarmando. L’uomo risponde dinanzi ai tre incappucciati, fingendo che tutto vada bene. Intanto, i malviventi cominciano a scassinare le slot machines e la macchinetta cambia soldi che l’uomo detiene regolarmente nella sua attività.

Il rumore, però, deve aver insospettito qualcuno, che chiama la Polizia. Un anonimo che, inconsapevolmente, salva la vita a Carovigno. Sul posto giungono subito due Volanti della Polizia. Gli agenti bussano alla saracinesca, ma nessuno risponde. Una voce risponde dopo poco: è Carovigno, che è stato colpito alla nuca da uno degli arnesi che i tre si erano portati appresso. L’uomo chiede aiuto e avverte che i tre sono fuggiti dal retro del bar per i tetti.

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Slot danneggiata

Gli agenti inseguono i tre, che per strada perdono un casco da motociclista, riuscendo ad accerchiarli e catturarli sulle case che si affacciano in via Udine, nei pressi del Palazzetto dello Sport. I ragazzi avevano con loro anche un cacciavite di grosse dimensioni, con il quale si pensa sia stato colpito Carovigno, una tenaglia e uno scalpello.

Danilo Zuccaro, Giovanni Livieri e Marco Gravina ( quest’ultimo nipote di Francesco Gravina detto Gabibbo, collaboratore di giustizia vicino alla Scu) vengono così arrestati in flagranza di reato per tentata rapina aggravata, lesioni personali dolose e aggravate, sequestro di persona, danneggiamento, possesso e porto di arnesi atti allo scasso, oltre a tentata estorsione per i soli Zuccaro e Livieri.

Il P.M. di turno, il Dott. Raffaele Casto, dispone che i tre vengano condotti presso il carcere di Brindisi.

Al titolare dell’esercizio commerciale, condotto da un’autoambulanza del 118 presso l’ospedale Perrino di Brindisi, sono stati dati 10 giorni di prognosi per un trauma cranio facciale.

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Lo scooter sequestrato

Il ritrovamento del casco ha innescato negli agenti la ricerca di uno scooter, un Piaggio Hexagon 125 lasciato in una strada vicina al bar tabaccheria e messo in moto con le chiavi ritrovate addosso ai tre ragazzi, ma appartenente ad una quarta persona.

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Un momento della conferenza stampa

Anche per questo dettaglio, per gli investigatori, quelli arrestati stanotte sono solo una parte di un gruppo più ampio che potrebbe essersi macchiato di reati simili in altre attività e nella stessa in passato: non è infatti il primo attacco, questo, ai danni del bar tabaccheria di via Tenente Roberto Antonucci.

Agnese Poci

 

8 Commenti

  1. che non sbaglino mai macchina… forse è l’unica raccomandazione che gli si può dare! E soprattutto via!

  2. ma ho letto male da qualche parte? o lo scooter lasciato come traccia era di propietà di uno del gruppo di topi d’auto e ladri di galline scritti nel articolo sopra? non è confusione vero?

  3. Io spero che la gente che non può rispondere alla stregua di questi “aguzzini” abbia sempre la freddezza di volere rimanere perbene… altrimenti se non ce ne siamo accorti, siamo alla soglia dal vedere poi gente che non aspetta più le forze del ordine, con tanto di personaggi che poi si stampano le magliette per non concludere come vorrebbero campagne elettoralo, siamo alla soglia!

  4. Mi aggiungo al pensiero di Carmelo, entrando nel lro modo di vedere almeno si guardassero in faccia, e c’è da aggiungere un altro sentimento diffuso:
    ” a te li do i soldi…”

  5. posso esprimere un sentimento diffuso?
    nipote di un collaboratore di giustizia vicino alla Scu “che si è aggiunto”!
    un nipote di un collaboratore di giustizia “per forzare la situazione” ahahahhahahahhahahah

  6. Tutta la solidarietà al commerciante che ha denunciato 3 idioti che più idioti non si può, diciamo le cose come stanno, perchè se non lo avrebbe fatto per idiota ci sarebbe passato lui…
    la prossima volta vanno a lavorare! questo è arresto in flagranza, problemi loro! e di chi non gli ha dato l’educaziuone necessaria.

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