BRINDISI – Licenziato perché avrebbe fatto troppi giorni di malattia. Vittima un avvocato brindisino di 49 anni che ha dovuto fare un bel po’ di giorni di malattia dopo essere stato gambizzato durante una rapina avvenuta il 12 aprile 2013 nello studio notarile dove lavorava.
Una storia che si ripete a poche settimane dal caso del vigilantes brindisino malato di cancro licenziato dall’azienda per la quale prestava servizio per i troppi giorni di malattia (ora l’uomo è stato riassunto ndr).
La lettera di licenziamento ‘per giustificato motivo’ è datata 13 marzo 2015: “Con significativo rincrescimento – si legge – questo studio notarile si vede costretto a prendere la decisione di provvedere al suo licenziamento a seguito del superamento del periodo di comporto per assenza da lavoro per malattia dal 26 agosto 2014 al 26 febbraio 2015”.
Secondo quanto affermato dai legali, Giacomo Greco e Orazio Vesco, che assistono l’uomo, la prolungata assenza dall’ufficio, è costata una lettera di licenziamento per ‘superamento del periodo di comporto’. Tale decisione intrapresa dal titolare dello studio notarile sarebbe riconducibile proprio alle cure cui l’avvocato, che riportò una frattura del femore, si è sottoposto nei mesi successivi ai fatti in diverse strutture riabilitative pugliesi.
La rapina avvenne poco prima delle 13 del 12 aprile di due anni fa nello studio notarile in via Carbotti a San Vito dei Normanni. Un uomo armato di pistola calibro 7.65 fece irruzione dirigendosi verso la cassettina blindata e ferendo alla coscia il dipendente. L’avvocato venne ferito proprio nel tentativo di bloccare il rapinatore. L’uomo fu dapprima ricoverato presso l’ospedale ‘Perrino’ di Brindisi e dopo in altre strutture sanitarie per curare bene la ferita d’arma da fuoco. La degenza per lui è stata lunga e faticosa.
BrindisiOggi
questo caso è molto più semplice di quello della guardia giurata, in cui ci si è dovuti affidare al buon senso del datore di lavoro per trovare una giusta soluzione. Qui invece già il CCNL prevede che nel periodo di comporto non si possono conteggiare le malattie causate imputabili direttamente al lavoro svolto, quindi l’avvocato può tranquillamente impugnare il licenziamento.
Mi sembra strano che il dipendete ferito non abbia citato il suo datore di lavoro per insufficienti misure di sicurezza atte a proteggere i lavoratori anche in considerazione della sensibilità ad aggressioni armate o comunque violente del posto di lavoro.