BRINDISI- Sempre più difficile la situazione ad Edipower, a meno di un mese dalla presentazione del nuovo piano industriale 2015-2020 del Gruppo A2A e della controllata Edipower, dicono i sindacati, a Brindisi si continua a registrare una situazione di incertezza. A partire dalle lungaggini dell’iter per le autorizzazioni che rischiano di cancellare gli investimenti previsti per la realizzazione del nuovo impianto per la produzione del CSS Combustibile, l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per la co-combustione carbone-Css su uno dei due Gruppi autorizzati al funzionamento a carbone, la conservazione dell’altro e lo smantellamento dei Gruppi 1 e 2.
La situazione è stata illustrata nell’ambito di un incontro con le segreterie nazionali delle categorie del comparto elettrico FILCTEM CGIL FLAEI CISL UILTEC UIL.
“Tutto questo mentre nella nostra provincia siamo ormai in prossimità dell’emergenza- aggiungono – con le strade invase dai rifiuti, le discariche che presentano i loro problemi ambientali che fanno nascere ordinanze di chiusura e soluzioni provvisorie che condannano la collettività a pagare 70 euro a tonnellata per lo smaltimento, in attesa di arrivare entro il prossimo futuro al pieno esaurimento delle discariche esistenti”.
Sul versante del recupero energetico e sui progetti presentati da Edipower per Brindisi, i sindacati vorrebbero una serena analisi delle esperienze già realizzate sul territorio nazionale, considerando ad esempio, quella di ENEL a Venezia, dove Regione Veneto, Comune e Provincia di Venezia hanno sottoscritto un Accordo di Programma, per una prima fase sperimentale di un anno e poi per il biennio successivo, per la co-combustione di carbone e Css Combustibile nella centrale di Fusina, con il pieno e costante controllo e monitoraggio di ARPA Veneto.
In questo momento 250 lavoratori dell’indotto e della Centrale Edipower di Brindisi sopravvivono grazie al contratto di solidarietà difensiva.
Così la FILCTEM FLAEI UILTEC, hanno deciso di convocare l’assemblea dei lavoratori, per concordare ulteriori iniziative di mobilitazione, dopo la manifestazione svolta presso la Provincia di Brindisi e la richiesta di convocazione di un tavolo di crisi presso la Prefettura, che al momento non è stato ancora convocato.
BrindisiOggi
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