‘Venditori di fumo’: la storia dell’Ilva in un libro del giornalista Giuliano Pavone

BRINDISI – “Venditori di Fumo. Quello che gli Italiani devono sapere sull’Ilva e su Taranto” è questo il titolo del libro di Giuliano Pavone, giornalista e scrittore di Taranto, che sarà presentato mercoledì 18 marzo alle 18 nella sede dell’associazione Brindisi Bene Comune in via Porta Lecce. All’evento sarà anche presente Alessandro Marescotti di Peacelink, che da anni si batte contro il ‘mostro del ferro’.

giuliano pavone
Giuliano Pavone

Il libro ‘Venditori di Fumo’ racconta la storia dell’Ilva, della città di Taranto e dei suoi abitanti. Una storia paradigmatica dell’Italia di oggi nella quale intere comunità sono asservite agli interessi dei grandi potentati economici con la complicità della politica e i silenzi e spesso anche la disinformazione dei media.

In una telefonata intercettata, due membri della famiglia Riva, i proprietari dell’Ilva, usano l’espressione “vendere fumo”. Una formula involontariamente emblematica di una vicenda in cui alle emissioni nocive del grande stabilimento si aggiunge la cortina di disinformazione che le ha coperte.

Il Fumo di cui si parla non è quindi solo quello proveniente dalle ciminiere dell’acciaieria, ma è anche quella cortina di disinformazione e connivenze che l’ha reso invisibile fino a oggi, permettendogli di propagarsi e fare danni così a lungo. Nascondere il fumo con altro fumo”.

ilva
L’Ilva

La coltre di nebbia sembra convenire a tutti: agli industriali, che in tal modo possono agire indisturbati; a politici e sindacati, poiché possono mostrarsi come i più strenui difensori del “diritto al lavoro”; ai media, che così possono godere delle pubblicità ben retribuite dei padroni dell’Ilva.

Quella di Taranto è rimasta a lungo una tragedia silenziosa, schiacciata sotto il peso del ricatto occupazionale e di “relazioni pericolose” intrattenute dall’Ilva con quelli che dovevano essere i suoi controllori: sindacati, forze dell’ordine, organi di giustizia, stampa e la politica fino ai più alti vertici nazionali. E a partire dal luglio 2012, quando sequestri e inchieste hanno finalmente acceso i riflettori sulla vicenda, dall’occultamento della realtà si è passati alla sua mistificazione.

Il caso Ilva oggi viene troppo spesso rappresentato come una semplice vertenza occupazionale o una questione di politica industriale. I drammatici dati di malattia e di morte, che qualcuno contro ogni evidenza mette ancora in dubbio, vengono derubricati a fattore scatenante di un problema squisitamente economico, anziché essere considerati essi stessi il problema.

L’Ilva è oggi il terreno su cui si misurano le vere priorità e la credibilità del nostro Paese. Una storia profondamente italiana, fatta di grandi opere e grandi omissioni, di scelte avventate e di malaffare, di cinismo e umanità, ignavia ed eroismo.

BrindisiOggi

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*