Molfetta (Diamoci una mano): ”Sogno giovani che vogliono tornare a Mesagne”

MESAGNE – Pompeo Molfetta, candidato sindaco per la città di Mesagne, si è presentato questa mattina alla cittadinanza. Non sarà il volto del partito che sino ad oggi ha rappresentato in consiglio comunale (SEL), bensì di una coalizione, chiamata “Diamoci una mano”, in cui sono confluiti diversi movimenti: Mesagne Futura (composta dai fuoriusciti da Forza Italia), Lista Vizzino, Italia dei Valori. Il candidato sarà sostenuto, oltre a queste liste, anche da altre, come Mesagne al Centro, Gli amici di Pompeo, Mesagne Domani, La mia città.

Le linee programmatiche sono state presentate dal prof. Alessandro Rubino, un consulente esterno alla coalizione. Pochi ma essenziali i punti fondamentali da sviluppare: Giovani e lavoro, Cultura e centro storico, Sviluppo economico.

Pompeo Molfetta non ha risparmiato alcune parole dure per i “vicini di casa” di coalizione della giunta Scoditti del Partito Democratico. Un rapporto naufragato perché ha preso il sopravvento il rancore sui rapporti politici e personali, perché “quando arrivi a toccare l’argenteria, ti tagliano le mani”.

“Sento che la gente vede in me la speranza, mi vede come il grimaldello per scardinare una porta che conduca ad un futuro diverso. Spero di essere degno di questo progetto, non lo so, ma sono sicuro che ci metterò l’anima. Qui non c’è ambizione di poltrone: metto in gioco la mia vita, il mio lavoro, le mie sicurezze, la mia stabilità. Vorrei che Mesagne diventasse un motivo di orgoglio per tutti i giovani che si allontanano per studio e lavoro: quando ero giovane io, Mesagne era legata solo alla Sacra Corona Unita. Ecco, sogno che i giovani abbiano una voglia smisurata di partire e una smisurata di tornare, perché non c’è un posto migliore per vivere in quello in cui sei nato.”

“Voglio rispondere ai tanti che mi chiedono perché mi sono candidato a sindaco, addirittura autocandidandomi, pur uscendo da 30 anni di politica attiva nelle fila della maggioranza e dell’opposizione.- dichiara Pompeo Molfetta – Due anni e mezzo fa avevo detto a me stesso che sarei tornato a casa. Poi, però, ho conosciuto un gruppo di ragazzi: motivati, attivi, ma con gli occhi pieni di rassegnazione e la malinconia di un futuro fragile e incerto. Mi sono detto che dovevo fare qualcosa per loro.”

La motivazione di un’apertura così ampia alla formula delle liste civiche arriva in un altro momento:”Non ci sono possibilità di risalire dalla palude in cui siamo precipitati – spiega Molfetta – se non c’è il coinvolgimento diretto dei cittadini: molti di loro sono pieni di rancore verso la politica. Solo convogliando quell’energia nel verso giusto la città ha saputo cambiare in passato e può ancora farcela. La mia coalizione sembra poco convincente? Può darsi, ma si vedrà in futuro. –dice Molfetta –  Intanto, non si può mai dire che costruendo un’alleanza politica le cose vadano per il verso giusto. Basti pensare che nelle ultime Amministrative, dopo 15 giorni, non ci parlavamo più. Io non voglio distruggere il mondo dei partiti, sempre che i partiti continuino a essere canali di comunicazione con i cittadini. Se essi diventano almeno qui da noi comitati d’affare o subagenzie di collocamento, non succede nulla se per un giro stanno fermi. Qui ognuno mantiene la propria connotazione politica: il collante è dato dalle linee programmatiche. Non ci interessa altro che cambiare Mesagne. Se non dovesse andar bene, ognuno per la propria strada. Questi sono movimenti dalla forte connotazione popolare: a contatto con i cittadini, conoscono la fatica del vivere quotidiano. Siamo anche gli unici ad aggregare, in un panorama politico disgregato. Ambiamo a creare una coalizione in cui le ideologie fanno un passo indietro in favore dei progetti.”

Agnese Poci

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