A 5 anni dall’esplosione del silos, la Sanofi non rinnova l’appalto alla Cof, l’operaio ferito: “Siamo disperati”

BRINDISI- Dopo 27 anni la Cof &Co è fuori dalla Sanofi e 14 operai resteranno senza lavoro. Questa è solo l’ultima in ordine di tempo della tante vertenze del territorio brindisino. La Cof&Co dal 1988 si occupa della manutenzioni degli impianti all’interno dello stabilimento brindisino della Sanofi Aventis.20150303_085137

La commessa scadrà il 30 aprile prossimo e la multinazionale non sembra intenzionata a rinnovare il contratto, anzi la ditta che sostituirà la Cof è già all’opera, all’interno dello stabilimento, si tratta di un’azienda barese, la Cestaro Rossi.

Tutto questo poterà di riflesso al licenziamento di 14 operai che da sempre lavorano nella Cof. 14 famiglie che resteranno senza reddito e per le quali non si potrà contare neppure sugli ammortizzatori sociali. La legge infatti vuole che per ricorrere a queste misure il numero dei dipendenti dell’azienda deve superare 15,1. Noi- dicono i rappresentanti sindacali della Fiom Cgil, Uilm e Fim Cisl- abbiamo chiesto un incontro urgente con l’azienda. Vogliamo vedere se ci sono margini di soluzione”.

La situazione è drammatica, ed il paradosso dicono i sindacati è che la direzione dello stabilimento brindisino non è neppure a conoscenza di quanto sta accadendo visto che la decisione è stata assunta dai vertici a Milano.

La disperazione è tanta ma la delusione un una persona in particolare lo è ancora di più. Tra quei 14 operai a rischio licenziamento c’è anche Gianni Branca, uno degli addetti alla manutenzione dei silos che il 10 giugno del 2010 rimase vittima in quella  terribile esplosione all’interno dello stabilimento che costò la vita al suo collega ed amico Cosimo Manfreda , 45 anni.

Quel giorno l’esplosione di uno dei silos sul quale lavorava Manfreda provocò il ferimento anche di Mario Saponaro, 42 anni, Antonio Colella, 41 anni, e Gianfranco Guidotti, 52 anni.

“E’ stato uno dei momenti più difficili della mia vita- ricorda Gianni- è stato difficile affrontare la morte di un amico, il trauma dell’incidente. E’ stato difficile tornare a lavoro ed ora che la mia vita è ripresa sembra che debba andare via”. Le parole di Gianni hanno il sapore di uno sfogo amaro, di chi nonostante tutto considera il posto di lavoro come una seconda casa e per un attimo si commuove.

Lucia Pezzuto

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