RIMINI- Sarebbero due sottufficiali originari di Brindisi ma in servizio uno presso la capitaneria di Rimini e l’altro presso quella di Pesaro, i responsabili del giro di patenti nautiche “facili” scoperto dai carabinieri di Rimini che ha portato a due arresti e 10 iscritti nel registro degli indagati. Il maresciallo Claudio Stasi, 53 anni, di Brindisi in servizio alla capitaneria di Rimini e Vincenzo Loiacono, 58 anni, brindisino anche lui, luogotenente in pensione da 8 mesi, prima in servizio alla capitaneria di Pesaro, sono accusati di falso ideologico e materiale «commesso mediante errore determinato da altri inganno». In pratica secondo le indagini i due militari avrebbero attestato il superamento dei test orali e scritti per l’ottenimento della patente nautica.
L’ordine di custodia cautelare in carcere è stato eseguito questa mattina dai carabinieri su ordine del gip Sonia Pasini in seguito all’indagine coordinata dal sostituto procuratore Davide Ercolani.
Dieci le persone indagate a piede libero, tra queste anche un terzo militare, un capo di seconda classe in servizio a Cervia, il titolare di un’agenzia di pratiche nautiche di Bellaria e un facoltoso imprenditore che è arrivato a sborsare 13 mila euro per ottenere subito e senza fare l’esame la patente nautica.
Secondo gli inquirenti che hanno condotto le indagini, per oltre 2 anni di indagini, non c’era un vero e proprio prezzario stabilito ma chi voleva una patente nautica oltre le 12 miglia e aveva poca voglia di studiare ma buona disponibilità di denaro, poteva rivolgersi a «mister 5», come veniva soprannominato Stasi, il militare che a Rimini si occupava proprio del servizio patenti.
Il giro, pare , andasse avanti almeno dal 2006, ma è nel 2012 che l’inchiesta aveva preso avvio grazie alle dichiarazioni rese dall’allora presidente della cooperativa pescatori di Cattolica il quale, dovendo commutare il suo titolo di guida professionale in patente nautica da diporto, si era rivolto, tramite un amico, alla capitaneria di porto di Rimini.
Qui il maresciallo Stasi aveva, in un primo momento, tranquillizzato il pescatore che la pratica sarebbe stata evasa velocemente, poi invece aveva sollevato alcune perplessità legate a presunte irregolarità che avrebbe potuto comunque semplificare previo pagamento di 400 euro.
A questo fatto poi si sono aggiunte altre segnalazioni, alcune anonime, nel corso delle indagini hanno portato i carabinieri sulle tracce di un certo «mister 5», dove il 5 stava per i soldi, 500 o 5000 euro, che il «mister» chiedeva per evadere le pratiche nautiche e di un’agenzia compiacente.
Gli investigatori hanno scoperto che in un caso era stata rilasciata una patente ad un imprenditore pesarese nonostante i test d’esame presentassero ben 5 errori.
«E’ un caso parzialmente risolto – ha detto il sostituto procuratore Davide Ercolani, che ha coordinato le indagini – gli accertamenti proseguiranno perchè dobbiamo capire quante e quali patenti fasulle siano attualmente in circolazione»
BrindisiOggi
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