LATIANO – Un omicidio efferato a sfondo sessuale. Un episodio molto triste inteso anche come un dramma della solitudine. Due uomini che si conoscono su internet e si danno appuntamento a Latiano. Cosimo Mastrogiovanni il pensionato di Latiano ritrovato cadavere il 13 novembre scorso è stato arso vivo. Prima di morire però il 63enne ha cercato di difendersi dalle grinfie del suo assassino, ma purtroppo senza riuscirci. Per l’omicidio del pensionato è indagato Zakaria Ismaini 32enne di origine marocchina e residente a Catania. L’uomo è accusato dei reati di omicidio aggravato, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere, vilipendio di cadavere, incendio e rapina. Inoltre, il marocchino è indagato anche dell’uccisione di una donna 50enne avvenuto a Catania il 7 febbraio scorso. Lo scopo – secondo gli inquirenti – sarebbe stato quello di portare a termine una rapina.
L’omicidio sarebbe avvenuto la notte tra il 10 e l’11 novembre scorso. Cosimo Mastrogiovanni abitava in una villetta immersa nel verde alla periferia di Latiano, era vedovo da diversi anni. Era un uomo solitario e non amava tanto stare in mezzo alla gente. Le sue frequentazioni erano i pochi amici che aveva in paese. Aveva un figlio, ma non lo vedeva quasi mai per motivi personali. Il pensionato era un uomo molto solitario. Da qualche tempo però aveva cercato ‘affetto’ attraverso internet. Attraverso i siti di incontri. Pare che, il presunto omicida e la vittima avessero preso contatti su un noto sito di incontri tra omosessuali. Si erano dati appuntamento a Latiano. La vittima gli pagò – stando alle indagini – anche il biglietto per raggiungere il piccolo centro della provincia di Brindisi da Catania. Il marocchino, infatti, a novembre scorso precisamente la notte tra l’8 e il 9, prese l’autobus e raggiunse Latiano dove ad attenderlo c’era proprio Mastrogiovanni. I due andarono nella villa di contrada Fieu e lì in poche ore si consumò l’omicidio.
Il delitto è maturato – stando alle indagini – in un contesto di prostituzione omosessuale. Lo scopo – secondo gli inquirenti – del 32enne marocchino fu quello di impossessarsi della vettura di proprietà del latianese, nonché del personal computer e di altri effetti personali. I due avrebbero avuto – stando alla ricostruzione fornita dagli inquirenti – un incontro di natura sessuale. Successivamente il marocchino dapprima avrebbe aggredito la vittima, tramortendolo e, successivamente, al fine di eliminare eventuali tracce, cagionato la morte dando fuoco al 63enne. Un gesto che non ha lasciato scampo al povero pensionato latianese.
Cosimo Mastrogiovanni fu ritrovato il pomeriggio del 13 novembre 2014 carbonizzato in casa sua, dalle fiamme si salvarono solo una mano e un piede. Il corpo si trovava in uno spazio di appena 50 centimetri tra il divano e il caminetto. Accanto alla vittima una piccola bottiglietta di alcol etilico. Le fiamme avevano lambito in parte alcuni mobili presenti nel salone. La scena del crimine si presentò agli investigatori come un possibile incendio accidentale, ma le investigazioni avviate a causa di piccoli indizi rilevati nel corso dei rilievi tecnici hanno consentito di appurare che si era trattato di un omicidio. Tale ipotesi è stata confermata anche dall’esame autoptico che ha rilevato residui della combustione nei polmoni della vittima, nel sangue della vittima c’erano anche tracce di carbossiemoglobina del 36 per cento superiore alla norma, indice questo che Mastrogiovanni è stato dato alle fiamme mentre era ancora vivo.
L’indagine – condotta dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni al comando del capitano Diego Ruocco – è stata complessa, inizialmente dettata da pochissimi elementi. Le indagini coordinate dal pm Giuseppe De Nozza e dal procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli, sono partite dal ritrovamento del cadavere carbonizzato nell’abitazione alla periferia di Latiano da parte di una coppia interessata all’immobile in contrada Fieu ormai in vendita da qualche tempo e che si accorsero che c’era stato un incendio.
Gli uomini dell’Arma hanno lavorato fin da subito sui tabulati telefonici. Infatti, la vittima aveva avuto contatti con il 32enne marocchino pochi giorni prima dell’omicidio. Questo ha permesso di puntare quindi le indagini all’identificazione del marocchino. A dicembre poi ci fu il ritrovamento dell’autovettura della vittima. Ritrovamento fatto a Barletta. Qui la polizia giudiziaria scoprì che l’auto era in possesso di un connazionale del 32enne. Interrogato quest’ultimo ammise di aver ospitato Zakaria Ismaini per sette giorni a novembre e che quando arrivò aveva una ferita ‘fresca’ ad una mano e in più era sporco di fuliggine e che era giunto in provincia di Bari a bordo dell’Atos. Inoltre, durante una perquisizione presso l’abitazione di quest’ultimo fu rinvenuto il portafogli e il giubbotto della vittima. E’ stato grazie alla collaborazione del marocchino che abita a Barletta a portare gli investigatori fino a Catania.
Il provvedimento di fermo è giunto proprio quando, grazie alle intercettazioni telefoniche, gli investigatori hanno capito che il 32enne era pronto per abbandonare l’Italia e tornare in Marocco. Ma le indagini, svolte in sinergia con la Procura brindisina hanno permesso anche di scoprire che quello avvenuto a Latiano non sarebbe stato l’unico e solo episodio omicida a carico di Ismaini. Infatti, il 32enne è stato raggiunto da un secondo provvedimento di fermo per l’uccisione di una donna 50enne avvenuto a Catania il 7 febbraio scorso. Inoltre, a carico del presunto omicida risulta un episodio simile verificatosi a Rimini nel 2008, in quel caso però non ci fu l’uccisione, ma solo aggressione e rapina ai danni di un altro uomo.
“Il 32enne marocchino è un soggetto molto pericoloso – lo ha detto il procuratore capo della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli – L’indagine è stata complessa e ha portato fin da subito a molti colpi di scena. Siamo partiti da un fatto che poteva essere accidentale o addirittura ad una ipotesi suicidaria. Ma poi con la professionalità dei carabinieri abbiamo trovato lungo la strada una serie di indizi che alla fine hanno deciso di concludere un quadro indiziario pesante che ci ha consentito di fare il fermo”.
L’episodio è stato ritenuto dagli inquirenti aggravato poiché verificatosi all’interno dell’abitazione della vittima e perché il presunto autore ha agito con crudeltà. La rapina gli è stata contestata poiché il marocchino si allontanò da Latiano a bordo dell’auto della vittima, una Hyndai Atos, ritrovata a Barletta il 16 dicembre scorso.L’arrestato, dopo aver espletato le formalità di rito, è stato condotto presso la casa circondariale di Catania.
Maristella De Michele
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