Processo Consales, l’ex vice sindaco: “Sapevo che la News faceva capo al sindaco, quella delibera era una follia”

BRINDISI- processo consales giudiciSeparati da pochissimi metri, ma non hanno mai incrociato lo sguardo. Lui al tavolo degli imputati, lei a quello dei testimoni. Seconda udienza del processo a carico del sindaco di Brindisi Mimmo Consales (difeso dall’avvocato Massimo Manfreda), accusato di abuso d’ufficio, concussione e truffa dopo il rinvio a giudizio  per l’inchiesta sull’affidamento dei servizi di call center e rassegna stampa del Comune di Brindisi alla News, sua vecchia società, e per il pagamento in contanti di una parte del debito di 400mila con Equitalia.massimo manfreda

processo consales pmQuesta mattina al banco dei testimoni c’era Paola Baldassarre, ex vice sindaco della giunta Consales. E’ stato il suo esposto in Procura ad aprire le indagini condotte dagli agenti della Digos e coordinati a quattro mani dai pm Savina Toscani e Giuseppe De Nozza. A sollevare perplessità sulla proroga a News dei servizi di comunicazione, è stata proprio Baldassarre, che aveva fatto revocare la delibera di giunta su questa vicenda, specificando che si trattava di questione di opportunità e non di altro, visto che la delibera era comunque legittima, come hanno confermato i tecnici comunali.

Consales era in aula, a pochissimi metri c’era l’ex collega di giunta. Il sindaco ha ascoltato prima la deposizione di uno degli agenti della Digos il sostituto commissario De Marco, poi quella dell’ex vice sindaco, dopo di che è andato via.

paola_baldassarreTutto parte da un esposto dell’ex amministratrice per alcune telefonate anonime ricevute al suo numero. All’epoca dei fatti Baldassarre era vice sindaco con delega alle Attività produttive e all’Agricoltura, anche se la sua aspettativa, come lei stessa ha più volte ribadito in aula, era quella di avere la delega alla Cultura, mantenuta invece dal primo cittadino.

“C’era un clima di tensione nella giunta- dice Paola Baldassarre ai giudici- il clima era palesemente ostile e difficile nei miei confronti. Un isolamento trasversale che ha portato a dimettermi.”

Questo clima la testimone lo collega alla sua decisione di revocare in autotutela la delibera che prima aveva firmato in merito alla proroga dei servizi di call center e rassegna stampa alla News.  Società che subito dopo la sua elezione Consales aveva ceduto al nipote del suo ex socio.

“Quella delibera era stata portata in giunta dal sindaco- afferma l’ex vice sindaco- quel giorno Consales non c’era. Sapevo che la News faceva capo al sindaco, mi sembrò una follia disdicevole. Chiamai subito il segretario provinciale della mia parte politica Ciro Argese, ho contestato dei problemi di opportunità. Solo una volta ne ho parlato con il sindaco che mi ha rassicurato. Gli dissi: Mimmo ma… e lui rispose: io non c’entro niente. Arrivavano gli atti in giunta, ma non c’era discussione, come invece io ero abituata in Provincia dove ero stata assessore alla Cultura per tre anni. Al Comune le cose erano diverse si firmava e basta.” I legali degli imputati hanno però incalzato Paola Baldassare chiedendole se si fosse informata sulla legittimità di quella delibera.  Lei ha risposto che i responsabili comunali le avevo accertato che l’atto era legittimo, ma la sua posizione riguardava l’opportunità politica di approvarla.

Baldassarre ha raccontato in aula che dopo il ritiro della delibera su News ci fu un accanimento contro di lei. “Cosimo Saracino (allora segretario del sindaco)- continua ancora la testimone- venne da me e con fare non minaccioso nei modi ma nei contenuti mi disse che non ero gradita al sindaco e che dovevo andare via. Saracino mostrava sempre alla mia parte politica la fattura di un pranzo con il presidente dell’Albania, per il quale era stato pagato 90 euro a persona. Volendomi incolpare di qualcosa, ma quella visita era stata organizzata con l’allora questore Gentile e cerano gli assessori di Cellino San Marco. Non ho mai capito questo atteggiamento nei confronti di quella fattura”

Tra i testimoni della pubblica accusa anche il sostituto commissario della Digos Mario De Marco che ha ricostruito le varie fasi dell’indagine, dalla perquisizione alla sede della News ai pagamenti in contanti effettuati a Equitalia  che non risultano dai conti correnti del sindaco. Il pm Savina Toscani con il suo interrogatorio ha cercato di dimostrare che la società di comunicazione pur essendo stata venduta al nipote dell’ex socio di Consales restava a capo del primo cittadino. “Quando abbiamo perquisito la sede della News- ha riferito il poliziotto- c’era una stanza, quella più grande, dove c’erano ancora tutti gli affetti personali di Consales, documenti, agenda, fotografie. Abbiamo chiesto di aprire i cassetti chiusi della scrivania e ci è stato detto che le chiavi le aveva Mimmo Consales”.

Sulla questione di Equitalia, il sostituto commissario con carte alla mano ha elencato i pagamenti contestati, degli assegni circolari emessi da dipendenti di Equitalia per conto del sindaco. Come l’assegno circolare di 6mila 600  che un dipendente dell’agenzia di riscossione aveva emesso dalla sua banca per pagare parte di un debito di 400mila euro che Consales aveva contratto tra debiti personali e quelli per la sua vecchia società. Per questa vicenda è imputato per concussione Giuseppe Puzzovio, ex direttore della sede di Brindisi di Equitalia, secondo l’accusa, questi avrebbe “costretto o indotto” i propri dipendenti a prendere i soldi in contanti e a portarli in banche di loro fiducia per trasformarli in assegni circolari intestati a Equitalia. Evitando così la tracciabilità del denaro. Con la conseguenza di un pagamento fatto illecitamente.

Assenti oggi in aula   gli altri imputati:  Sabino Porro (difeso dall’avvocato Carmelo Molfetta), ex socio di Mimmo Consales nella News , Alessio Vincitorio (difeso anche lui da Carmelo Molfetta) al quale sono state cedute le quote della società dopo l’elezione del primo cittadino.

Lucia Portolano

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