Confiscato il “tesoro” di Rochira/ Video

FRANCAVILLA FONTANA- Arriva la confisca dei beni di  Cosimo Rochira, francavillese condannato per omicidio e già agli arresti domiciliari per possesso di esplosivo. I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi questa mattina hanno provveduto alla confisca dei suoi beni mobili ed immobili per un valore stimato in 2,3 milioni di euro circa. Attività commerciali usate per riciclare denaro “sporco”.I Carabinieri hanno danto esecuzione ad un decreto di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale, con confisca di beni, e della sorveglianza speciale con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza per 4 anni emesso dal gip di Brindisi, su richiesta della procura dopo le indagini del nucleo investigativo. Sono stati sottoposti a confisca 2 appartamenti e 2 supermercati, con sede a Francavilla Fontana, quote sociali e magazzini della stessa società, 4 autovetture di media e grossa cilindrata e 2 autocarri, per un valore stimato in 2,3 milioni di euro circa, riconducibili tutti a Rochira.

L’indagine ha fatto emergere l’utilizzo delle attività commerciali, negozi di articoli casalinghi, per riciclare denaro di provenienza delittuosa e, grazie ai bassi prezzi di vendita praticati, indebolivano altre realtà commerciali concorrenti con l’intento di acquisirle poi  a basso costo.

I provvedimenti di sequestro anticipato dei beni erano stati eseguiti lo scorso 3 aprile ed emessi dalla sezione penale del Tribunale a seguito di complesse e capillari indagini patrimoniali svolte dagli specialisti del Nucleo investigavo carabinieri, in applicazione della normativa antimafia che permette di “aggredire” i patrimoni riconducibili – direttamente o indirettamente (tramite familiari e/o interposte persone) – ai soggetti indagati per determinate tipologie di reati (traffico di sostanze stupefacenti, usura, estorsione, riciclaggio ecc.).

Gli investigatori hanno potuto conseguire i risultati finali grazie ad una efficace attività info-investigativa e attraverso l’incrocio delle risultanze ricavabili dalle banche (Anagrafe Tributaria, Camera di Commercio, P.R.A., Catasto ecc.) dalle quali è stato possibile tracciare un puntuale ed analitico profilo patrimoniale del soggetto e dei suoi familiari conviventi.

Inoltre, l’ausilio di sofisticati sistemi informatici ha consentito di evidenziare una netta sproporzione tra l’elevato tenore di vita dei soggetti intestatari dei beni confiscati e i redditi reali.

Brindisioggi

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