Dissesto idrogeologico nel cuore di Mesagne: nuove perdite

MESAGNE- Esattamente un anno fa, il 22 gennaio 2014, una porzione di centro storico cedeva: ad essere interessate, via Eugenio Santacesaria, via Tosches, piazza dei Tarallo e via dei Destro. 11 abitazioni evacuate e tecnici, amministratori e forze dell’ordine perlustrarono la zona per cercare di far luce sulla causa del cedimento della pavimentazione. Ad distanza di un anno non solo il problema non è stato risolto, ma qualche giorno fa si ci sono state nuove perdite nel centro cittadino di Mesagne.

Allora a  fare chiarezza, fu chiamata un’équipe del CNR che monitorò la zona sino a dare un responso: a creare il dissesto fu una rottura di una tubazione della rete idrica, quindi riconducibile ad AqP.

Per l’ente regionale, invece, la causa era da attribuire ad un innalzamento della falda con conseguente danneggiamento dei tubi. Eventualità, questa, non riscontrata dai tecnici del CNR durante i controlli svolti grazie ad alcuni pozzi di ispezione, come quello nei pressi del Castello, il più antico e affidabile.

Il problema, momentaneamente risolto con una tubatura d’emergenza, si è però ripresentato solo pochi giorni fa: poco meno di una settimana fa, infatti, un ristoratore di vico Braccio ha notato in zona dell’acqua che emergeva dalle chianche. Solo con la sua segnalazione e con l’uso di un cercaperdite si è potuto scoprire che si era rotto un altro tratto della condotta. Sul posto sono giunti il consulente esterno del Comune di Mesagne, l’Architetto Savino Martucci e l’Ing. Marta Caliolo, che hanno constatato che cinque immobili sono rimasti danneggiati, esattamente come accadde un anno fa nella zona più a nord del centro storico.

“Stiamo monitorando la zona – ha dichiarato l’Arch. Martucci – in cui abbiamo riscontrato un’ulteriore perdita della rete idrica e altri dissesti, di cui dobbiamo appurare le cause. Seppure di lieve entità, la situazione è analoga a quella che si è vissuta in via Santacesaria e affini. In quell’occasione, la perdita fu di maggiore entità e portata, con un quantitativo elevato di materiale sciolto. In questo caso, fortunatamente, non c’è stata alcuna ordinanza di sgombero. La perdita è stata riparata, ma resta il fatto che il problema persiste, perché le condotte hanno più di cento anni e andrebbero cambiate.”

Agnese Poci

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