Omicidio Vero: forse due diverse pistole a sparare, a breve l’autopsia

TUTURANO – Gerardo Vero, l’imprenditore edile 74enne di Tuturano, morto questa mattina nell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi, è stato ucciso da più di tre colpi d’arma da fuoco, esplosi, probabilmente, da 2 diverse pistole. Questo sarebbe quanto emerso dalle prime risultanze delle indagini in corso da parte della polizia. Se, infatti, è certa la presenza di una calibro 7.65, i cui bossoli sono stati trovati sul pavimento della stanza della villetta di via delle Pesche dove Vero abitava, gli inquirenti starebbero cercando le prove della presenza di una seconda bocca da fuoco, un revolver, di quelli che non lasciano in giro i bossoli dopo lo sparo.

IMG-20141208-WA0029Questo e altri indizi utili alle indagini della polizia potrebbero emergere dall’autopsia che sarà disposta dal pm di turno, Luca Buccheri, nelle prossime ore. Un altro particolare non ancora certo riguarderebbe le ferite presenti sul corpo di Vero: oltre agli arti inferiori, l’uomo sarebbe stato raggiunto da alcuni proiettili anche al busto. Secondo gli inquirenti, però, i colpi nella parte superiore del corpo dovrebbero essere incidentali: i killer che ieri sera hanno fatto irruzione nella villetta di via delle Pesche non volevano uccidere l’anziano imprenditore, stroncato questa mattina da uno shock emorragico che non gli ha lasciato scampo. Sul campo rimangono quasi tutte le piste per spiegare un agguato che presenta molti dubbi e punti oscuri. Non dovrebbe trattarsi di un tentativo di rapina andato a finire in tragedia: questa è una delle poche cose sulle quali gli investigatori avrebbero trovato un’ampia convergenza.

Per scoprire i motivi dietro l’agguato si sta scavando nella vita privata e professionale della famiglia Vero: Gerardo, la vittima, era stato coinvolto nella tangentopoli brindisina per la costruzione degli edifici di via Rossini ma il fatto sembra troppo in là nel tempo per essere legato all’esecuzione di ieri sera. Giuseppe, il figlio 36enne di Gerardo e coinvolto nell’attività di famiglia, presente nella villetta al momento dell’agguato, ha avuto, in passato, guai con la giustizia legati al suo ruolo di imprenditore per vicende di false fatture. L’uomo è stato già ascoltato dagli investigatori. Sullo sfondo di questo quadro c’è Tuturano, frazione del capoluogo molto nota negli ambienti criminali come presidio della Sacra Corona Unita. Unire tutti i punti che al momento sembrano scollegati per ottenere la soluzione dell’enigma è, ora, il compito della polizia e dei magistrati inquirenti.

BrindisiOggi

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