Il Tribunale condanna l’Asl per comportamento antisindacale

BRINDISI – Terza condanna per comportamento antisindacale in due anni per l’Asl di Brindisi. L’azienda è stata citata in giudizio dalla Cgil Funzione Pubblica in merito alle delibere sulla “Riorganizzazione in senso Dipartimentale dell’Azienda Sanitaria Locale Brindisi”. Per commentare la sentenza emessa dal Tribunale di Brindisi, Antonio Macchia, segretario provinciale della Cgil Fp, ha scomodato Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, non uno proprio simpatico a un’importante fetta del sindacato. «Ci si può girare intorno quanto si vuole – scrive Macchia nella nota – ma questi sono elementi evidenti: siamo di fronte all’estensione del “modello Marchionne” al sistema di relazioni sindacali nell’Asl di Brindisi».

La dura presa di posizione del segretario Cgil riguarda la condanna emessa dai giudici lo scorso 2 dicembre che rappresenterebbe, sempre secondo il sindacalista, la conferma di quello che la Cgil afferma da tempo. «La corretta osservanza delle regole democratiche nel confronto con le parti sociali per migliorare il sistema sanitario territoriale – prosegue Macchia – non è una sfida nelle corde dell’attuale management aziendale. Dopo le condanne emesse dal Tribunale di Brindisi, nell’agosto 2012 e nel dicembre 2012, a seguito di una richiesta avanzata dal nostro sindacato per manifesta condotta antisindacale, lo stesso Tribunale, il 2 dicembre scorso si è espresso così: vista “l’antisindacalità della condotta posta in essere dall’Asl e consistita nell’omessa informativa preventiva alla parte sindacale istante, in occasione dell’adozione delle deliberazioni riguardanti la riorganizzazione dipartimentale dell’azienda” la Corte “ordina alla stessa la cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione degli effetti lesivi, oltre al pagamento delle spese”». Tradotto, questo potrebbe significare l’annullamento delle decisioni prese dai vertici Asl in merito alla riorganizzazione messa a punto nei mesi scorsi che non poche discussioni aveva suscitato in ambito politico oltre che sindacale.

«Tali reiterati comportamenti, quindi, hanno il chiaro obiettivo di espellere la Cgil Fp dal sistema di relazioni sindacali nell’Asl, probabilmente, perché ritenuta “non allineata” a certi schemi. Così come è altrettanto evidente che, in quest’ultima circostanza, si è voluto esautorare la Cgil dal confronto di merito con l’azienda per aver contestato le delibere inerenti la riorganizzazione, ritenute assolutamente illegittime poiché in contrasto con una serie di leggi regionali, norme e linee guida, determinando un decisivo arretramento del sistema sanitario nel nostro territorio». Messo a segno il punto, la Cgil si prepara alla nuova fase di dialogo che, ora, potrebbe aprirsi. «Per la Cgil sarebbe troppo facile esprimere giudizi sulle inadeguate relazioni sindacali esistenti. Quello che ci interessa, invece, è che la prevista revoca degli atti in questione possa dare vita a un confronto sulla riorganizzazione dipartimentale per contribuire a migliorare l’attuale sistema sanitario provinciale, ormai agonizzante».

BrindisiOggi

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